Di sicuro l’Università cattolica del Sacro Cuore non aveva immaginato così, a distanza, l’anno accademico della celebrazione del centenario. La contingenza ha imposto di contenere la festa entro «un’aula magna deserta, costretti a proteggerci», per dirla con il Rettore Franco Anelli, «coniugando» come in tutto questo anno universitario «strumenti nuovi e virtù antiche». La costrizione precauzionale alla diretta streaming su youtube non ha però impedito la partecipazione - accanto al Rettore dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Mario Delpini, che ha celebrato la Messa inaugurale dell’inizio delle celebrazioni - del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in collegamento dal Quirinale, un onore che ha aggiunto solennità all’evento in ricordo della storia dell’Ateneo fondato il 7 dicembre 1921 per l’iniziativa di Giuseppe Toniolo, di Padre Agostino Gemelli, di Ernesto Lombardo.
«Celebriamo questa ricorrenza», ha detto il Presidente Mattarella unendosi al ricordo del Rettore per i maestri, docenti e amici scomparsi a causa del Covid, «in una condizione particolare che condiziona fortemente lo svolgimento degli incontri, ma che consente di mantenerne inalterato il significato e tutto il valore. Vorrei, in queste condizioni particolari, manifestare l’apprezzamento all’Università per avere mantenuto la sua funzionalità, attenuando così le restrizioni e le privazioni che gli studenti hanno subito durante questa lunga emergenza». Il Presidente ha citato il contributo dato dai docenti e laureati dell’Università Cattolica all’Assemblea Costituente e alla vita della comunità nazionale: «Questo contributo ha manifestato il senso di comunità che il nostro Paese ha ribadito nella sua fondamentale importanza, con forza, durante l’emergenza della pandemia che ci ha ricordato come ciascuno di noi dipenda fortemente da tutti gli altri».
Sia il presidente della Repubblica sia monsignor Delpini hanno dedicato spazio al tema “dell’inquietudine” caro a Toniolo: «È importante», ha detto Monsignor Delpini, «che l'Università Cattolica sia inquieta. L'inquietudine significa che il gradimento è ambiguo e che non si deve temere l'impopolarità in nome della verità di cui siamo testimoni. L'inquietudine significa che gli ambiti di ricerca non possono essere solo quelli che 'soddisfano i clienti', ma devono essere quelli che aprono orizzonti, che inquietano gli studenti e i docenti». «L'inquietudine» ha aggiunto Delpini «significa che i cristiani non sono mai soddisfatti delle loro opere, non perché sono di natura scontenti, ma perché la verità è ancora oltre quello che i libri contengono». L’esortazione all’inquietudine è stata ripresa dal Presidente Mattarella in chiave spirituale e laica insieme come motore della conoscenza: «Io credo in realtà», ha ricordato Mattarella nel punto più suggestivo del suo intervento, «che questa inquietudine, questa condizione di sentirsi cittadini nel mondo, ma al contempo pellegrini al suo interno, sia in realtà comune a tutti in qualche modo, qualunque siano le convinzioni che vi vengono professate. Perché in fondo riflette quel senso di incompiutezza che accompagna la condizione umana, che induce costantemente a pensare oltre, a cercare costantemente nuove esperienze e nuove conoscenze da parte di chi avverte questo senso e questa sollecitazione. È un senso di non appagamento che in realtà è alla base anche di ogni sforzo di ricerca, di ricerca scientifica in ogni campo. È questo il carattere che rende attrattivi gli atenei e rende preziosa la loro azione nel nostro Paese, fondamentale per il suo presente e per il suo futuro. Vorrei richiamare delle parole ben note, di straordinaria importanza, di Padre Gemelli: per essere educatori occorre dar credito ai giovani, a quei giovani che nel succedersi delle generazioni mantengono sempre giovane un ateneo, quale che sia la sua anzianità di fondazione».
E i giovani all’inaugurazione non sono mancati: tre giovani donne Camilla Nero dottoranda di Medicina, Federica Moro ricercatrice di Economia e Serena Augenti, infermiera subito in prima linea contro il Covid al Policlinico Gemelli, hanno portato simbolicamente la loro testimonianza all’inaugurazione che ha unito tutte le sedi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, da Milano a Roma passando per Piacenza, Cremona e Brescia.
«Le università», ha detto il Rettore nel suo discorso inaugurale, «esistono per questo: per dare un futuro ai giovani attraverso la conoscenza e così assicurare la continuità di una civiltà. E sono nate dalle crisi, per questo non dobbiamo temere della loro capacità di superarle».