«Le persone sbarcate a Reggio sono circa 37.000 da giugno dell’anno scorso ad oggi», continua, «il 10% di queste sono minori non accompagnati e la novità di quest’anno è che fra loro ci sono più bambine che bambini. I minori in fuga non accompagnati provengono principalmente da Eritrea, Somalia, Gambia, Egitto e Nigeria».
Giovanni Fortugno è anche responsabile della Santissima Annunziata, una casa di accoglienza per minori realizzata in collaborazione con la Diocesi, nel pieno centro di Reggio Calabria, che attualmente ospita dieci minori, tra cui alcune ragazzine tra i 12 e i 14 anni, strappate a un destino orribile.
«Abbiamo preferito non spostarle, perché sono più al sicuro qui che non al nord», spiega. «Tutti i minori che ospitiamo sono regolarmente inseriti a scuola, perché noi vogliamo lavorare per la loro integrazione».
Attraverso diverse testimonianze, comprese quelle delle vittime, i volontari della Papa Giovanni hanno avuto conferma della terribile strategia della tratta. Le ragazze, praticamente bambine, vengono rapite dai loro villaggi, violentate ripetutamente e poi costrette a imbarcarsi dai loro aguzzini. Il debito contratto per il viaggio è di circa 15.000 euro. Una volta sul suolo italiano vengono costrette a prostituirsi per saldarlo, con la minaccia di terribili ritorsioni anche sulle famiglie rimaste in Africa.
«Solo nell’ultimo mese ne abbiamo intercettate sette, ma tre poi sono scappate», spiega Fortugno. «La paura che provano è troppo forte, e per noi assistere a tutto questo non è facile».
Anche i ragazzini che sbarcano soli, spesso dai 10 ai 12 anni, sono sempre più provati, raccontano i volontari, più sporchi, psicologicamente e fisicamente devastati. In Libia sono tenuti in condizioni disumane. Sempre più spesso hanno la scabbia o la tubercolosi.
«Cerchiamo di costruire con loro un progetto», conclude Fortugno, «sebbene di 300 minori arrivati quest’anno solo una piccola percentuale sia rimasta all'interno dei percorsi di accoglienza, molti scappano e di loro si perdono le tracce».