Per questo Natale mio figlio Giacomo di 8 anni ci ha chiesto una racchetta da tennis, cosa che ci ha stupito visto che lui fa altri sport, il calcio e il minibasket. Ma, come immaginerete, credo che questo sia l’effetto Sinner, un campione che ha conosciuto grazie al fatto che io ne seguo da sempre le competizioni.
Dice che vuole diventare bravo come lui e io confesso che mi piacerebbe che il bambino diventasse un futuro uomo umile, rispettoso, consapevole di chi sta male e di quel che conta nella vita, come pare proprio che sia questo tenace campione non solo sportivo.
ANDREA
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– Caro Andrea, mi sa che stai chiedendo anche tu il regalo di Natale. Del resto che cosa ci insegna il Bambino protagonista della nascita che fa nuove tutte le cose, se non di essere umili, di accorgerci di chi sta male, di essere consapevoli di quel che conta nella vita? Ma, tornando a Jannik Sinner, credo di sapere a che cosa ti riferisci, come il suo pensiero per la tennista malata solo un minuto dopo aver vinto la Coppa Davis e quella stupenda sottolineatura della pressione, ben diversa da quella di un tennista, che prova un chirurgo che deve operare e non può fare errori perché lui non perderebbe solo una partita, o il continuo riferimento al bisogno di impegnarsi a migliorare sé stessi, senza cercare scuse o colpe negli altri.
Io da mamma ho amato particolarmente sentirlo dire che i suoi genitori sono felici se va bene in campo, ma per loro è molto più importante sapere che lui sia sereno. «Come credo accada a tutti genitori», ha aggiunto. E speriamo che sia così.
Dillo a Giacomo e spiegagli che deve ammirarlo ancor di più per come reagisce a una sconfitta. Un ragazzo che in un mondo di lunghe adolescenze ha solo 22 anni, ma è già molto, molto più saggio di qualche vecchio tennista incollato al passato.