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domenica 10 novembre 2024
 
Spiritualità & Cinema
 

«Santa Chiara nel film di Susanna Nicchiarelli? Giovane, ribelle e viva»

23/11/2022  È il giudizio di monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, su “Chiara”, al cinema dal 7 dicembre, a cui "Famiglia Cristiana" dedica la copertina del numero in edicola da domani. «Un film attuale perché parla di giovani a cui dobbiamo lasciar spazio; dell’irrompere del trascendente nella vita di tutti i giorni; della necessità urgente di un maggior protagonismo femminile nella Chiesa e di una riforma dal di dentro»

Dirompente per originalità e dalla spiritualità intensa alla monaca che seguì Francesco scegliendo il privilegio della povertà è stato dedicato un film Chiara che uscirà il 7 dicembre al cinema. Il 14 novembre in Fimoteca Vaticana, Susanna Nicchiarelli la regista ha ricevuto il #PremioFuoricampo della Fondazione Ente dello spettacolo. Insieme a lei, presente anche l’attrice protagonista Margherita Mazzucco. Ne parliamo con monsignor Davide Milani, presidente Feds che le ha consegnato il riconoscimento.

Qual è la motivazione del premio?

«Chiara restituisce alla vicenda della Santa la possibilità di interpretare le vicende di ogni tempo grazie allo sguardo radicale della regista che vuole scardinare la rappresentazione più canonica per offrire un ritratto ribelle e vivo, complesso e stratificato. Un’opera irregolare nello spirito benché compatta nella forma, laica per vocazione, ribelle come dev’essere ogni racconto giovanile di rottura, con un finale spiazzante e commovente per il modo in cui mette insieme la naturalezza e il prodigio, la musica e il silenzio, il fermento e l’attesa, il qui e ora e il futuro».

Un racconto eccellente della Santa fatto da una regista Susanna Nicchiarelli che non è credente.

«Il cinema non necessita di professioni di fede, ma dell’impegno all’autenticità. Chiara è una donna di fede e quel che è necessario è che venga narrata nella sua interezza, senza semplificazioni o riduzioni. Non è un’impresa facile quando si è davanti a una figura così ricca e complessa. Tanti in simili operazioni, anche di grande impatto sul pubblico, hanno fallito raccontando ad esempio le vicende di donne e uomini della Bibbia, stilizzandone troppo la figura, riducendole - appunto - a un santino rassicurante. Susanna Nicchiarelli è fedele ancora una volta al suo stile e alla sua poetica; a partire da qui presenta la santa di Assisi in tutte le sue dimensioni essenziali, non solo quelle più immediate e spendibili (la fuga da casa, il rapporto con Francesco…), indagando il cuore della sua scelta di consacrazione, la dimensione spirituale, la decisione di restare fedele alla Chiesa pur volendola innovare».

Al centro monsignor Davide Milani, tra Susanna Nicchiarelli (a sinistra) e Margherita Mazzucco (a destra) il giorno della consegna del premio Fuori Campo
Al centro monsignor Davide Milani, tra Susanna Nicchiarelli (a sinistra) e Margherita Mazzucco (a destra) il giorno della consegna del premio Fuori Campo

La Nicchiarelli nella sua filmografia lavora molto sulle donne. Chiara chiude una trilogia di donne rivoluzionarie.

«Nico, Miss Marx, Chiara. La santa di Assisi trova, in grande, senso rispetto alle due donne raccontate nei film precedenti; la cantante, attrice, musa ispiratrice di artisti Christa Päffgen (Nico) e Eleanor Marx, la figlia del filosofo, impegnata per tutelarsi. Più debole e schiacciata dalla figura ingombrante del padre. Chiara è figura che trova “soluzione”, una fine positiva: grazie alla sua fede e alla comunità di cui voluto circondarsi».

Una parola su Margherita Mazzucco che dà voce e corpo alla monaca.

«Margherita si consacra come certezza nel panorama delle più talentuose attrici italiane - nonostante la giovanissima età- con questo ruolo da protagonista, il primo sul grande schermo dopo il grande successo come Lenù nella serie “L’amica geniale”.  Un personaggio, quello di Chiara non facile da interpretare perché già abbondantemente “scritto“ della biografia e delle ricostruzioni storiche, abilmente congegnato e definito dalla regista ma nella necessità di giungere a sintesi proprio grazie all’interpretazione dell’attrice. Margherita è stata straordinaria nel dare profondità al personaggio, lasciandosi attraversare dall’esperienza di Chiara, infondendo forza, giovinezza, spirito rivoluzionario e, al tempo stesso, una grazia e intensità di sguardi che rapiscono e commuovono».

Qual è l’attualità del messaggio di Chiara?

«Questo film è attuale e la sua visione è fortemente da consigliare e raccomandare anzitutto perché è un’opera interessante, ben fatta e coinvolgente. Poi perché il suo messaggio è quanto mai attuale. Parla di giovani che non sono il futuro della società, ma che sono già il presente, basta credere in loro e lasciargli spazio. Parla della possibilità dell’esperienza di Dio nel 1200 come oggi. Parla dell’irrompere del trascendente della vita di tutti, fatto che accade nel momento in cui si spende la vita per gli ultimi, i più deboli, gli emarginati. Dice della necessità urgente di un maggiore protagonismo femminile nella Chiesa e nella società che ancora troppo spesso si pensa al maschile e relega il femminile a ruoli ancillari. Infine la figura di Chiara, così come la racconta in modo magistrale Susanna Nicchiarelli, è attuale anche nel dibattito intra ecclesiale: è possibile e necessario portare avanti l’opera continua di riforma della Chiesa dal di dentro, restando fedele a essa ma impegnandosi costantemente, anche pagandone un prezzo, per rinnovare la fedeltà al Vangelo. E questa attualità il film la mostra nel sorprendente finale».

 

 
 
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