Ha incontrato per
primi gli operai, i cassintegrati, i giovani e i poveri della comunità. Ha
scelto le categorie più fragili per il suo ingresso come Patriarca della chiesa
di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, serio indizio di un magistero che si
prefigura attento e vicino alla sua gente, a iniziare dagli ultimi.
Tra sabato e domenica 25 marzo, anniversario
della nascita della città lagunare (25 marzo 421 d.C.), l’ex-vescovo di La
Spezia si è insediato nella diocesi come 48° Patriarca. Nel suo primo giorno come vescovo di Venezia, ha
attraversato la diocesi di Terraferma, fermandosi nella chiesa di Gesù
Lavoratore, a Porto Marghera, nel cuore dell’area più colpita dalla crisi.
Davanti ai
lavoratori presenti monsignor Moraglia, che come vescovo a La Spezia non aveva
temuto di parlare al megafono davanti ai cancelli della San Giorgio dopo
l’annuncio di nuovi licenziamenti, ha affermato che “quando in una collettività
si vive troppo di precariato, quando si fatica troppo a garantire un
reddito onesto per la propria famiglia
vuol dire che qualcosa a livello economico, istituzionale e politico non
funziona”.
Ai giovani che hanno gremito la chiesa del Sacro Cuore a
Mestre ha ricordato, invece, il primato dell’Eucaristia: “Mettetela nella
vostra agenda quotidiana, troverete il meglio di voi stessi”, ha detto loro.
L’Eucaristia è la questione serie della vita ecclesiale”. Alla mensa dei poveri di Ca’ Letizia, sempre
a Mestre, il Patriarca si è cinto con un grembiule e s’è messo a servire a
tavola i 120 ospiti. “Chi ha meno non vale di meno, forse vale di più”, ha
osservato.
L’abbraccio della chiesa di Venezia è
culminato oggi pomeriggio con la messa solenne di inizio del ministero
episcopale nella basilica di San Marco. Evangelizzazione, Chiesa come “comunità
testimoniale”, e ancora Eucaristia come “evento privilegiato del realismo
cristiano” i temi toccati nell’omelia dal Patriarca.
Genovese, 58 anni, ordinato sacerdote dal
cardinale Giuseppe Siri il 29 giugno 1977, monsignor Moraglia succede sulla
cattedra di San Marco al cardinal Angelo Scola, dopo aver guidato per quattro
anni la diocesi di La Spezia.