«Per i bolognesi, che l'hanno visto commosso e provato durante l'annuncio della sua malattia, Sinisa Mihajlovic è diventato uno di famiglia, cosa che va ben al di là rispetto al suo ruolo di allenatore della squadra di calcio, per questo credo che il pellegrinaggio deciso dai tifosi al Santuario della Madonna di San Luca sia venuto di conseguenza, perché tutti i bolognesi, anche se non propriamente “pii”, quando hanno un malato in casa vanno a pregare a San Luca».
Così don Massimo Vacchetti, 47 anni, incaricato per la pastorale dello sport e del turismo all'interno dell'arcidiocesi felsinea, commenta il pellegrinaggio che si è svolto domenica 21 luglio al Santuario della Beata Vergine di San Luca, protettrice della città. Un pellegrinaggio da lui stesso guidato ma organizzato “dal basso”, da alcuni tifosi del Bologna, per pregare e affidare alla Madonna l'allenatore della squadra di calcio cittadina Sinisa Mihajlovic, malato di leucemia. E per tutti coloro che soffrono di malattie identiche o simili.
«La partecipazione è stata straordinaria», continua, «più di un migliaio di persone con gli striscioni e le bandiere del Bologna, eppure tutto si è svolto in un clima di grande compostezza e concentrazione».
Salire al Colle della Guardia, la collina dove sorge il più famoso santuario della diocesi, non è un gioco da ragazzi, anche senza considerare la calura estiva che di certo non aiuta. Il porticato che conduce alla sommità dell'altura è il più lungo del mondo, misura 3.796 metri ed è formato da 666 arcate e ben 489 scalini, in alcuni punti ripidissimi. Non più agevole la strada costeggiata dal portico, affrontata durante il pellegrinaggio di domenica da alcuni tifosi ciclisti.
«Si arriva davvero col fiato corto, ed è questo il sacrificio che viene offerto alla Madonna», spiega don Massimo. Durante la salita i tifosi pellegrini hanno recitato il Rosario, per poi partecipare alla Messa all'interno del santuario. Presente anche la moglie dell'allenatore Arianna, che si è confusa nella folla. «Solo alla fine, quando ho chiesto un applauso alla Società per la sensibilità dimostrata durante questa vicenda, mi sono accorto della sua presenza così discreta», conclude.
Intanto Mihajlovic, confortato dall'affetto della sua famiglia e anche dal coinvolgimento dimostratogli dai bolognesi, prosegue le cure nel reparto di Ematologia del Policlinico Sant'Orsola. L'aggiornamento pubblicato sul sito del Club fa sapere che il ciclo di chemioterapia iniziato lo scorso 18 luglio è stato completato “senza particolari complicazioni” e che “la risposta terapeutica è stata conforme alle aspettative dei medici”. Si prevede che il ricovero si protrarrà per almeno altre tre settimane.