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Charlie, se l'Inghilterra si scopre senza cuore

14/07/2017  La sorte del piccolo Charlie Gard rimane incerta. il giudice dell'Alta Corte britannica non si è sentito di stabilire se il bimbo affetto da una malattia molto rara debba tentare o meno una cura alternativa stabilendo di aggiornare i lavori. La distanza tra i genitori del bimbo, i medici e norme di uno Stato che pare aver smarrito umanità.

Non sembrano lo stesso bambino quello raccontato dai genitori Connie Yates e Chris Gard e quello descritto dai medici del “Great Ormond Street Hospital”, il famoso ospedale pediatrico londinese che l’ha in cura da mesi e vorrebbe lasciarlo morire. Il Charlie di papà e mamma apre gli occhi, si muove e si diverte e dà segni di felicità quando viene portato a fare un picnic sul tetto dell’ospedale. Il Charlie dei dottori è quasi morto. Soffre, non risponde quando lo si chiama, è cieco e sordo e non può respirare senza il ventilatore.

Qualunque genitore che si rispetti sa perché i medici non vedono quel battito delle ciglia o i movimenti nel corpicino che segnalano la vita in Charlie. Lo stesso motivo per cui soltanto mamma e papà capiscono subito se un figlio fa uno starnuto che segnala un raffreddore oppure è di cattivo umore perché la giornata a scuola è andata male. Eppure, a Londra, questo principio, riconosciuto dalle legislazioni di tutto il mondo, che sono i genitori e soltanto loro a sapere qual è il bene dei figli, non vale più e tocca a giudici decidere che Charlie non ha diritto di vivere.

Realtà aberrante alla quale l’opinone pubblica si è ribellata, con la campagna condotta a difesa del bambino dal vendutissimo tabloid Daily Mail, il mezzo milione di firme della petizione citizengo.org e l’1,3 milioni di sterline raccolte dai genitori perché Charlie possa essere curato. E’ un nuovo trend, alimentato dall’alto numero dei divorzi e la tendenza ad affidare a servizi sociali e giudici il destino dei bambini, quello segnalato da Charlie secondo il quale lo stato può e deve sostituire i genitori. Basti pensare che in Scozia c’è uno schema che assegna ogni bambino a un professionista, assistente sociale o preside che sia, che prenderà le decisioni chiave sulla sua vita. Proprio come se i genitori non fossero in grado. E sempre più spesso sono le maestre che dicono ai bambini che cosa devono mangiare per un’alimentazione sana e come prendersi cura del loro corpo. Quasi i genitori non fossero più competenti a occuparsi dei figli.

Lo stato britannico , oltre che “Grande Fratello”, è “Genitore vicario”. Più preoccupato di far morire i figli che di farli vivere. Perché – è il movimento per la vita a segnalarlo – sono, in questo momento, tanti i Charlie che muiono perché mamma e papà non hanno l’energia dei Gard. E il tubo che garantisce cibo e acqua viene staccato anche a tanti anziani, la vita dei quali non avrebbe abbastanza qualità. Il “Genitore vicario” fa finta di non vedere.

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