Cari amici lettori, mentre nella redazione di Credere stiamo “scaldando i motori” per presentarvi, con il prossimo numero, una rivista rinnovata nella grafica e nei contenuti (vedi il servizio a pag. 20), in altre parti del mondo si alza nuovamente il fragore delle armi. Mi riferisco all’escalation di violenza tra Hamas e Israele che rischia di destabilizzare l’intero Medio Oriente. Tutto è iniziato il 7 ottobre, a conclusione della festa ebraica di Sukkot, quando miliziani di Hamas provenienti dalla Striscia di Gaza hanno attaccato il territorio israeliano, compiendo una paurosa strage di civili e catturando centinaia di ostaggi. A questa fredda e premeditata azione terroristica sta facendo seguito una durissima reazione del governo israeliano, che ha completamente isolato la Striscia di Gaza, tagliando luce, acqua e gas, e ha dato il via a bombardamenti indiscriminati che colpiscono la popolazione palestinese (2 milioni di abitanti) ingabbiata in un fazzoletto di terra (365 chilometri quadrati) più piccolo della provincia di Prato.
Di questa drammatica situazione ci parla, nell’intervista che ci ha rilasciato, il parroco cattolico di Gaza, padre Gabriel Romanelli (vedi pag. 16). Ancora una volta un evento tragico sconvolge gli orizzonti di questo piccolo, fragile pianeta. E dopo l’invasione dell’Ucraina, anche noi come padre Gabriel forse ci chiediamo perché Dio permetta una tale sofferenza, con civili inermi e innocenti che cadono vittime da una parte e dall’altra.
D’altro canto, come cristiani coltiviamo la speranza che Dio possa farsi strada nei cuori di chi ha il potere di decidere la guerra, perché si trovino vie di pace. Non possiamo che condividere le parole del Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, che esprime «totale e ferma condanna» verso «l’attacco terroristico compiuto da Hamas e da altre milizie» contro migliaia di civili israeliani (attacco definito «disumano»), ma anche il «diritto di chi è attaccato di difendersi» (rispettando il «parametro della proporzionalità»), evitando «altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza. Le vittime innocenti, purtroppo, restano tali, da una parte e dall’altra, e la violenza non fa che accumulare ingiustizia su ingiustizia.
Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha invitato tutti i cristiani a una giornata di digiuno, astinenza e preghiera per il 17 ottobre per invocare pace, giustizia e riconciliazione.
L’attualità, come dicevo, ci interpella come credenti. Proprio una maggiore attenzione a ciò che succede attorno a noi sarà uno dei tratti del nuovo Credere, con alcuni spazi dedicati a capire più a fondo questioni di cui tutti sentiamo parlare quotidianamente e cercare una chiave di lettura cristiana che ci orienti. Nella consapevolezza, come afferma la conduttrice di Tv 2000 Monica Mondo (una delle nuove firme che entra nella nostra rivista, vedi intervista a pag. 10), che «noi credenti dobbiamo tenere strette le domande, anche quelle più scomode», sapendo che «Cristo è la risposta che cerchiamo».
Vi aspettiamo allora dalla prossima settimana, per continuare insieme l’«avventura della fede».