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mercoledì 18 settembre 2024
 
Scuola
 

Quella giovane prof "nata vecchia" che non sa farsi rispettare

11/12/2017 

Cara professoressa, nella classe del mio primo figlio, che frequenta il terzo anno dell’istituto tecnico, è arrivata una nuova docente di Italiano veramente particolare: veste in modo molto antico nonostante la giovanissima età, ha reazioni spropositate con i ragazzi, si arrabbia quando non stanno attenti, urla e reagisce in modo aggressivo. Purtroppo l’effetto che sortisce è che gli allievi non stanno seduti un attimo, la prendono in giro, continuano a chiacchierare e l’altro giorno sono comparsi persino gli aeroplani di carta. Ma ciò che ha destato la mia preoccupazione vera è stato il fatto che qualche ragazzo ha provato a uscire dalla scuola usando la finestra del piano terra dove l’aula è collocata: ha messo piede in giardino e, dopo esserci riuscito, è rientrato subito. L’insegnante, nel totale trambusto, non se n’è neanche accorta. Con i restanti professori, invece, nessun problema. Che fare?

STEFANIA

— Cara Stefania, capisco la tua preoccupazione ma non riesco, emotivamente, a non mettermi nei panni della mia collega. La frase che mi ha colpita di più nella prima parte del tuo testo è la descrizione dell’abbigliamento, che ti è arrivata di certo attraverso gli occhi dei ragazzi: veste in modo «antico nonostante la giovanissima età». Mi pare che la chiave di lettura stia proprio qui. Quando si entra in una classe all’inizio della carriera si pensa che un jeans accorci troppo le distanze e si preferisce assumere sembianze diverse, innaturali, a volte anche un po’ antiche. L’obiettivo, chiaramente, è ottenere il rispetto, o quanto meno il silenzio, per poter fare lezione. Ma chi sta tra i banchi ci mette un attimo a capire la messa in scena, la paura di non farcela, il grido di aiuto che un insegnante lancia a ogni alzata di voce. Perché più si urla più si perde autorevolezza e si fa capire a chi ci sta davanti che non abbiamo il controllo della situazione. Ecco che arrivano, in volo, gli aeroplani di carta. Probabilmente gli alunni sono gli stessi che appaiono silenziosi e diligenti con il collega di matematica. Che cosa fare? In questo caso coinvolgere il preside, soprattutto se sono già state sperimentate azioni che possono mettere in pericolo gli studenti, come l’uscita dall’aula attraverso la finestra. Ma anche una sana chiacchierata con i ragazzi non guasta: se subito dopo la bravata si rientra, vuol dire che si è consapevoli dell’errore, ed è proprio su questa consapevolezza che occorre far leva. E sull’idea che una persona è sempre meritevole di rispetto, soprattutto se è un adulto dietro a una cattedra. Ogni professore, diventato tale dopo molti anni di studio e pagato dallo Stato – quindi da tutti i cittadini –, ha molto da dare: deve essere sempre messo a frutto, “usato” nel migliore dei modi.

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