Matteo, chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca, liberandosi dei beni terreni. Ed è Matteo che nel suo vangelo riporta le parole Gesù:"Quando tu dai elemosina, non deve sapere la tua sinistra quello che fa la destra, affinché la tua elemosina rimanga nel segreto... ".
Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire, come dice Eusebio, alla sua assenza quando si recò presso altre genti. Il suo vangelo vuole prima di tutto dimostrare che Gesù è il Messia che realizza le promesse dell' Antico Testamento, ed è caratterizzato da cinque importanti discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo vogliono martire di Etiopia. Viene raffigurato anziano e barbuto, ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo. Spesso ha accanto una spada, simbolo del suo martirio.
Perché era detestato?
Il disprezzo per i pubblicani, ai tempi di Gesù, era molto ben radicato: erano esattori di tasse, e non si detesta qualcuno soltanto perché lavora in quella che oggi chiameremmo intendenza di finanza. Ma gli ebrei, all’epoca, non pagavano le tasse a un loro Stato sovrano e libero, bensì agli occupanti Romani; in pratica, si trattava di finanziare chi li opprimeva. E guardavano all’esattore come a un detestabile collaborazionista.
Matteo fa questo mestiere in Cafarnao di Galilea. Col suo banco lì all’aperto. Gesù lo vede poco dopo aver guarito un paralitico. Lo chiama. Lui si alza di colpo, lascia tutto e lo segue. Da quel momento cessano di esistere i tributi, le finanze, i Romani. Tutto cancellato da quella parola di Gesù: "Seguimi".
Quali sono le notizie biografiche?
Nonostante sia autore del Vangelo, di Matteo ci sono poche notizie.
Viene citato per nome con gli altri Apostoli negli Atti (1,13) subito dopo l’Ascensione al cielo di Gesù. Ancora dagli Atti, Matteo risulta presente con gli altri Apostoli all’elezione di Mattia, che prende il posto di Giuda Iscariota. Ed è in piedi con gli altri undici, quando Pietro, nel giorno della Pentecoste, parla alla folla, annunciando che Gesù è "Signore e Cristo".
Poi, ha certamente predicato in Palestina, tra i suoi, ma ci sono ignote le vicende successive. La Chiesa lo onora come martire.
Dove sono conservate le reliquie?
Le reliquie di San Matteo sarebbero giunte a Velia, in Lucania, intorno al V secolo, dove rimasero sepolte per circa quattro secoli. Il corpo del Santo fu rinvenuto dal monaco Atanasio nei pressi di una fonte termale dell'antica città di Parmenide. Le spoglie furono portate dallo stesso Atanasio presso l'attuale chiesetta di San Matteo a Casal Velino.
Il modesto edificio dalla semplice facciata a capanna presenta, alla destra dell'altare, l'arcosolio, dove secondo tradizione furono depositate le sacre reliquie del Santo.
Un'iscrizione latina piuttosto tarda (XVIII sec.), incastonata sul lato corto dell'arcosolio, ricorda l'episodio della traslazione; successivamente le ossa furono portate presso il Santuario della Madonna del Granato in Capaccio-Paestum. Ritrovate in epoca longobarda, furono portate il 6 maggio 954 a Salerno, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale. Il Santo è patrono della città.
Quali sono i principali patronati?
Il nome Matteo significa “uomo di Dio”, dall'ebraico San Matteo è considerato il patrono di banchieri, bancari, doganieri, della Guardia di finanza, cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori. Il documento papale che attesta il riconosciuto patrocinio, reca la data del 10 aprile 1934 ed è firmato dal cardinale Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII.
Il Pontefice che accolse l’istanza avanzata dal Comandante Generale e sostenuta dall’Ordinario Militare del tempo era Pio XI. Il "Breve Pontificio", nel dichiarare San Matteo Patrono della Guardia di Finanza auspica che tutti gli appartenenti al Corpo possano, sul suo esempio, unire l’esercizio fedele del dovere verso lo Stato con la fedele sequela di Cristo.