Il Papa prega per loro, per i nostri anziani, che «sono le nostre radici, la nostra storia. Loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria» e che oggi, isolati o nelle case di riposo, «hanno paura, paura di morire da soli. Sentono questa pandemia come una cosa aggressiva per loro».
Nell’omelia poi riflette sulla fedeltà di Dio e a Dio e ricorda che «la nostra fedeltà non è altro che una risposta alla fedeltà di Dio. Dio che è fedele alla sua parola, che è fedele alla sua promessa, che cammina con il suo popolo portando avanti la promessa vicino al suo popolo. Fedele alla promessa: Dio, che continuamente si fa sentire come Salvatore del popolo perché è fedele alla promessa. Dio, che è capace di ri-fare le cose, di ri-creare, come ha fatto con questo storpio dalla nascita che gli ha ri-creato i piedi, lo ha fatto guarire, il Dio che guarisce, il Dio che sempre porta una consolazione al suo popolo. Il Dio che ri-crea. Una ri-creazione nuova: questa è la sua fedeltà con noi. Una ri-creazione che è più meravigliosa della creazione».
Un Dio instancabile, che va avanti e porta avanti il suo popolo. Che non ha paura di continuare a lavorare come quel pastore che «quando rientra a casa si accorge che gli manca una pecora e va, torna a cercare la pecora che si è perduta lì. Il pastore che fa gli straordinari, ma per amore, per fedeltà … E il nostro Dio è un Dio che fa gli straordinari, ma non a pagamento: gratuitamente. È la fedeltà della gratuità, dell’abbondanza. E la fedeltà è quel padre che è capace di salire tante volte sul terrazzo per vedere se torna il figlio e non si stanca di salire: lo aspetta per fare festa. La fedeltà di Dio è festa, è gioia, è una gioia tale che ci fa fare come ha fatto questo storpio: entrò nel tempio camminando, saltando, lodando Dio. La fedeltà di Dio è festa, è festa gratuita. E festa per tutti noi».
E la fedeltà di Dio è «paziente: ha pazienza con il suo popolo, lo ascolta, lo guida, gli spiega lentamente e gli riscalda il cuore, come ha fatto con questi due discepoli che andavano lontano da Gerusalemme: scalda loro il cuore perché tornino a casa. La fedeltà di Dio è quello che non sappiamo cosa è successo in quel dialogo, ma è il Dio generoso che ha cercato Pietro che lo aveva rinnegato, che aveva rinnegato. Soltanto sappiamo che il Signore è risorto ed è apparso a Simone: cosa è successo in quel dialogo non lo sappiamo. Ma sì, sappiamo che era la fedeltà di Dio a cercare Pietro. La fedeltà di Dio sempre ci precede e la nostra fedeltà sempre è risposta a quella fedeltà che ci precede. È il Dio che ci precede sempre. E il fiore del mandorlo, in primavera: fiorisce per primo». Il nostro, quindi, è «essere fedeli a una fedeltà. È una risposta a questa fedeltà».
Infine la preghiera per la comunione spirituale:
«Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te».