Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 10 ottobre 2024
 
 

Scuola: la paura di fare la scelta sbagliata

10/12/2013  Ragazzi e ragazze presto riceranno i "consigli" orientativi da parte dei loro insegnanti sulla scuola superiore da affrontare l’anno prossimo. Sale l'ansia in loro e nei genitori per il timore di sbagliare e di intraprendere un percorso inadeguato. Nel frattempo si ricorre agli esperti di turno, impegnati a rassicurare le loro incertezze. Su tutto, aleggia lo spettro dell'abbandono e della dispersione.

Tempi di riflessione e di scelte per i ragazzi dell’ultimo anno delle medie, che ricevono in questi giorni i consigli orientativi dei loro insegnanti con l’indicazione della scuola superiore da affrontare l’anno prossimo. Di ansia per i genitori che freneticamente accompagnano i figli a visitare una scuola superiore dopo l’altra, interpellando psicologi e counselor su attitudini, desideri dei pargoli e reali possibilità di lavoro. Sullo sfondo la paura di fare la scelta sbagliata, lo spettro dell’abbandono scolastico. Perché i dati nostrani parlano chiaro: il 17,6% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni resta solo con la licenza media e non è più in formazione, contro una media Ue del 12,8% (fonte Miur - Ufficio di statistica, giugno 2013). Siamo giù in quart’ultima posizione nella graduatoria dei Ventisette. Con Bruxelles che chiede, per il 2020, di non superare la soglia del 10%. Una domanda che, dopo aver lasciato perplessi, stimola nuove idee e progetti alternativi tra gli addetti ai lavori.

Intanto i giorni passano tra test attitudinali, confronti tra il risultato delle crocette e il parere dei docenti, colloqui con i professori per capire bene alcuni suggerimenti ricevuti. Perché molti padri e molte madri (per la verità sempre di meno col passare degli anni, a detta degli insegnanti) all’indicazione di Istituto tecnico proprio non si rassegnano e vedono il liceo come unica possibilità per un figlio giudicato così tanto capace, magari solo a volte un po’ svogliato e poco stimolato. Per tutti ancora qualche settimana di agitazione e poi, con l’anno nuovo, le iscrizioni definitive. Che se non altro placheranno il patema: il dado è tratto, come va va. E l’anno prossimo si vede.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo