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«In comunione con Cristo, nostra pace e speranza per il mondo, siamo più vicini che mai ai giovani che soffrono i mali più gravi, causati da altri esseri umani. Siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani dell'Ucraina, con quelli di ogni terra insanguinata dalla guerra». Papa Leone, all'Angelus si rivolge ai ragazzi per dire che sono il «segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo. Con Dio è possibile». E dà appuntamento a Seoul rinnovando l’invito di papa Francesco. Prevost, nel ringraziare «per il dono di questi giorni», sprona i ragazzi a portare messaggi di speranza. «Uniti a Gesù sarete la vita del mondo, il sale della terra, seme di speranza dove vivete: in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nello sport. Semi di speranza con Cristo, nostra speranza.», dice loro. Ringrazia gli educatori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, quanti sono presenti e quanti hanno accompagnato con la preghiera. Ricorda Maria e Pascal, «le due giovani pellegrine, una spagnola e una egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni» e le affida al Signore. E, in attesa di rivederli, dal 2 all’8 agosto in Corea, per la Giornata mondiale della gioventù già convocata dal suo predecessore li lascia con l’invito pressante ad andare avanti seguendo il motto scelto per la prossima Gmg: «Abbiate coraggio! Io ho vinto il mondo».
Poi, dismessi i paramenti della messa, prima di lasciare la spianata si rivolge ancora ai ragazzi e chiede di portare il saluto a tanti giovani che non sono potuti venire perché ci sono tanti Paesi dai quali è impossibile uscire. «Portate questa gioia a tutto il mondo», ripete mentre i ragazzi scandiscono il suo nome. «Voi siete il sale della terra, siete la luce e portate questo messaggio a tutti i giovani che hanno bisogno di questa speranza. E buon viaggio», conclude prima dell'ultimo giro in papamobile verso l'elicottero che lo riporta in Vaticano.




