Pierluigi Baima Bollone (foto Diana Bagnoli)
Sarà ricordato come lo “scienziato della Sindone” il professor Pierluigi Baima Bollone che si è spento a Torino mercoledì 5 novembre all’età di 88 anni.
Medico legale, docente universitario, era nato a Torino il 23 aprile 1937. Dal 1972 per oltre trent'anni fu professore ordinario di Medicina legale all'università e il suo manuale è ancora oggi un punto di riferimento accademico, per studenti e investigatori. Un'autorevolezza scientifica che lo portò a moltissime consulenze tecniche per i tribunali. Le sue autopsie e le sue osservazioni di anatomopatologo furono richieste in molte indagini giudiziarie, dal caso Pecorelli all'omicidio di Aldo Moro, contribuendo a risolvere non pochi casi giudiziari o di grande popolarità, come quello di San Gennaro riconoscendo la presenza di vero sangue umano nell'ampolla che lo contiene. Ma il mistero cui si appassionò per tutta la vita era legato alla Sindone, il lenzuolo che secondo la tradizione avvolse Gesù Cristo subito dopo la morte in Croce.
Nel 1978 la chiesa ammise gli esperti ad effettuare l'esame di alcune fibre del sacro lino, in cui Baima Bollone trovò sangue umano del gruppo AB e tracce di aloe e mirra, tutto risalente appunto al I secolo. Poi vennero le indagini al carbonio 14 con datazione medievale, le smentite, le controversie all'interno del mondo scientifico su metodi e ricostruzioni, che ancora oggi non danno risposte definitive. Per Baima Bollone la Sindone era il mistero della vita, cui dedicò 160 articoli e 24 libri. Presidente onorario del Centro internazionale di sindonologia, ha difeso con rigore l'autenticità della Sindone fino alla morte.
Ecco l'ultima intervista rilasciata al settimanale Credere.
Pierluigi Baima Bollone è uno dei più accreditati studiosi della Sindone. È stato per decenni titolare della cattedra di Medicina legale sia alla facoltà di Giurisprudenza che di Medicina all’Università di Torino e ha formato generazioni di medici e di giuristi. Pochi cattedratici possono vantare la sua autorevolezza. A lui si deve l’incontro tra la Sindone e la medicina e a lui si devono, oltre ai volumi dedicati alla ricerca universitaria, una ventina di libri sul telo di lino oggi custodito in una cappella del Duomo di Torino, all’interno di una teca a tenuta stagna.
Il professor Baima Bollone, classe 1937, non ha mai interrotto né gli studi, né la ricerca e a breve uscirà il suo ultimo lavoro intitolato Gesù e la Sindone pubblicato da San Paolo.
Professore, guardandosi indietro, quanto spazio della sua vita è stato occupato dalla Sindone?
«Credo di poterle dare una riposta abbastanza precisa. Mi sono occupato di Sindone, in media, circa due ore al giorno. Dal 1976».
Com’è iniziata?
«In quegli anni mi occupavo di ricerca di tracce ematiche a Medicina legale e don Piero Coero Borga, che era rettore della Confraternita del Santo Sudario di Torino e segretario del Centro internazionale di sindonologia, che definisco “il papà della Sindone”, mi chiese un parere tecnico. Risposi con una lettera nella quale dettagliavo ciò che avrei fatto per capire l’origine delle tracce ematiche del telo. Quella lettera, senza che io ne sapessi nulla, divenne parte di un libro dello stesso don Coero. E così mi trovai, a mia insaputa, a essere annoverato come un esperto di Sindone».
(Foto in alto: Diana Bagnoli)