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mercoledì 16 luglio 2025
 
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Storia, storie e segreti del torneo di Wimbledon. Ecco perché è il più importante di tutti

30/06/2025  Nessuno oserebbe mettere in dubbio che la competizione londinese sull'erba sia la più prestigiosa per il tennis. Le ragioni sono storiche, leggendarie, di suggestione e tradizione. Scopriamole

Correva l’anno 1877, quando il club londinese fin lì di croquet, sorto pochi anni prima su quattro acri di prato a Wimblendon in Worple road, assunse il nome di All England croquet e lawn tennis Club. Fu in quel momento che con l’intezione di organizzare un torneo di tennis accanto a quello di croquet che già c’era che si pose mano al regolamento del tennis, sport antico ma ancora di incerte regole: stampate, andarono a ruba in pochi giorni assicura Gianni Clerici, in quella bibbia laica anche per formato che è i 500 anni di tennis. A Wimbledon insomma il tennis è diventato lo sport astruso e magico che conosciamo.

L'erba del vicino e il giardino del re

Il primo torneo fu annunciato per il 9 giugno 1877 aperto a tutti i dilettanti, tassa di ingresso una sterlina e uno scellino, al vincitore un primo premio in oro, in argento al secondo classificato. Quando si dice che Wimbledon è la culla del tennis come lo conosciamo, non è solo per questioni di suggestione o di prestigio, ma perché su questo campo in erba, carico di simboli e tradizione, sono nate le regole del tennis come le conosciamo astrusità comprese. Tuttora Wimbledon, sobborgo di Londra, è considerato il più prestigioso torneo di tennis del circuito, il più suggestivo dei quattro tornei del Grande slam e il più difficile. Da quando infatti, dal non si gioca più in erba l’Australia, il tennis su erba è una rarità per tutti i giocatori del circuito, tocca adattarsi a un campo irregolare, che causa rimbalzi bislacchi, e fa schizzare la palla alla velocità di una saponetta. Avvantaggia chi ha servizi potenti e gioca bene al volo e impone a tutti di fare i conti con l’impatto delle intemperie: la pioggia ferma spesso il torneo e il sole e i passaggi dei giocatori consumano l’erba del campo man mano che il torneo avanza e le diffiicoltà aumentano.

VERDE E VIOLA

  

I colori ufficiali del torneo sono il verde e il viola, ma non sono tali fin dagli esordi: solo nel 1909 hanno sostuito i precedenti: blu, giallo, rosso e verde, troppo simili a quelli della Royal Marines. Nessun documento ufficiale contiene la spiegazione dei colori, ma si presume che trovino spiegazione nell’erbetta verde che caratterizza il club unico al mondo, mentre il viola ricorre nelle migliaia di piante di Petunia Calibrachoa, che abbelliscono il circolo.

ADDIO GIUDICI DI LINEA

Dal 2025 sono invece in pensione dopo 147 anni di onorato servizio i giudici di linea con le loro divise retrò camicia azzurra a righine, cravatta viola, basco blu, pantaloni o gonna bianchi, calze bianche. Li sostituisce il sistema di verifica elettronica (Elc) che permette segnalare l'out anche nel corso dello scambio di gioco e non solo sulla battuta. Hawk-Eye, occhio di falco, già soccorreva sulla linea di battuta, dal 2025 sostituirà live i giudici di linea su tutti i 18 campi compreso il centrale, è un pezzo di storia che se ne va.

RUFUS, UN VERO FALCO NELLO STAFF

  

Occhio di falco è il soprannome della tecnologia che sostituirà e fin qui ha aiutato sul servizio i giudici di linea, si chiama così a Wimbledon perché qui abita anche un vero falco, si chiama Rufus, è nel 2007 è ha un regolare pass come il resto dello staff con la qualifica di bird scarer, alla lettera «spaventapasseri»e il suo compito è tenere lontani dai campi i pennuti che minacciano le sementi che assicurano erba fresca ai campi. Entra in servizio ogni mattina alle 6 e ha profili social seguitissimi.

DOVE I GESTI DEL TENNIS SONO DAVVERO BIANCHI

Restano invece le regole sulle divise di gioco che ancora giustificano, caso unico al mondo, la metafora «gesti bianchi» a significare il tennis: a Wimbledon il regolamento impone che si scenda in campo vestiti tutti di bianco, «Competitors must be dressed in suitable tennis attire that is almost entirely white and this applies from the point at which the player enters the court surround», si legge: I concorrenti devono essere vestiti con abbigliamento da tennis adeguato che sia quasi interamente bianco e questo si applica dal momento in cui il giocatore entra nel perimetro del campo'. Bianco significa bianco, nientre crema, niente bianco-sporco, il quasi implica solo la recente eccezione di un profilo di massimo un centimetro colorato di rifinitura allo scollo o alle maniche e solo nel 2023 le donne hanno ottenuto di poter indossare biancheria di colore scuro o medio scuro sotto la gonnellina o i calzoncini. Il bianco è l'omaggio al tennis delle origini, quando nei circoli inglesi signore e signore scendevano in campo in eleganti tenute candide, con gonne e pantaloni lunghi.

Strappi al dress code

  

Se il bianco non ha visto mai eccezioni, si sono viste nel tempo estrosità nella foggia: fece scalpore Lea Pericoli per le sue vesti leziose e i suoi pizzi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Ma era dentro il regolamento. Nel 1985, invece, Anne White scesa in campo con una tuta bianca aderente, di un noto marchio sportivo, fu invitata a presentarsi il giorno dopo con un "abbigliamento adatto agli occhi dell'All England Club», la sua avversaria di quel giorno, Pam Shriver reagì scegliendo successivamente una gonna bianca all’antica lunga fin sotto il ginocchio. È questa la regola alla quale ha alluso Papa Leone XIV, primo papa tennista, fresco di elezione, quando incontrando Jannik Sinner, guardandosi la talare bianca, ha sorriso: «Così però a Wimbledon mi lascerebbero giocare».

L'inchino abolito ma non se c'è il re

Nel caso resterà da capire come la metteremo con l’inchino: era previsto per tutti i giocatori e le giocatrici in uscita dal campo in direzione della tribuna d’onore che ospita i membri della famiglia reale britannica. La tradizione generalizzata dell’inchino alla tribuna reale è decaduta nel 2003, salvo che non siano presenti sugli spalti il principe di Galles o il re d’Inghilterra, nonché capo della Chiesa anglicana. E allora, casomai Papa Leone dovesse essere ammesso, come ha scherzosamente auspicato, bisognerebbe inventarsi qualche alternativa ecumenica alla tradizione.

DOVE VANNO A FINIRE LE PALLINE

  

Fino al 1986 sono state bianche anche le palline, quando anche Wimbledon si è convertito al giallo fluo già diffuso per ragioni di visibilità migliore sul circuito dal 1972. Le palline usate nel torneo, sostituite ogni sette game come previsto dalle regole Atp, vengono in parte rivendute attraverso i canali ufficiali, in parte donate alle scuole tennis e in parte riciclate perché la gomma vulcanizzata può essere riutilizzata.

PANNE E FRAGOLE MA NON ALLA MANIERA NOSTRA

Almeno prima che i tifosi di Jannik Sinner invadesse portassero sugli spalti di carote in tutte le salse, il frutto della terra più diffuso a Wimbledon erano le fragole da accompagnarsi alla panna: non montata però come verrebbe naturale pensando a un dessert ma liquida secondo tradizione.

ROGER E MARTINA I PIÙ VINCENTI

  

I record assoluti di successi di Wimbledon in singolare sono di Roger Federer, 8 titoli, sfiorato il nono con grandi rimpianti e due match point a favore, e Martina Navratilova, 9 titoli. Non per caso due dei tennisti più vincenti dell’era Open e due simboli della storia del tennis, nonché i tennisti più longevi.

 

UNA CODA DA CAMPEGGIO

A differenza della maggior parte dei tornei, Wimbledon consente l’acquisto di biglietti anche in loco nei giorni del tornei, ma è una conquista per la quale occorre armarsi di santa pazienza e affrontare la leggendaria quque che altro non è che una chilometrica coda, per cui si piantano le tende.

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