Dove eravamo rimasti? Andrée Ruth Shammah ci scherza su: «Eduardo De Filippo non voleva venire a recitare a Milano perché tutti i teatri sono sotto terra. Diceva che per stare negli inferi c’è sempre tempo. Il Franco Parenti è l’unico teatro con le finestre aperte sull’esterno, cioè sulla vita».
Il cartellone sul palco della Sala Grande, dove si svolge la conferenza stampa di presentazione della stagione estiva del teatro milanese, bruscamente interrotta a fine ottobre, recita così: «Non abbiamo mai smesso». Il significato lo spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno: «I teatri sono anzitutto luoghi di lavoro dove non si è mai smesso di lavorare anche quando sono stati chiusi al pubblico», sottolinea, «hanno continuato a lavorare, ad esser luoghi di produzione di pensiero e creazione. Solo che tutto questo non ha potuto incontrare il pubblico, il suo naturale destinatario. Ora il Franco Parenti, diretto da Shammah, ha deciso di riprendere con una formula di programmazione molto originale e creativa. Tutti i teatri della città hanno vissuto questo momento drammatico che speriamo sia alle spalle maturando una forte presa di coscienza comune che quello che fanno è servizio pubblico».
Pronti, via. Si abbassano le luci e viene proiettato il cortometraggio Silenzio in Sala: Frame of Mind dove un attore tormentato insegue l’amore vitale per il suo pubblico in un Teatro chiuso dalla pandemia mondiale.
Il Franco Parenti si conferma uno dei teatri più innovativi del panorama milanese, sia nel governare la pandemia che nel raggiungere il suo pubblico in altri modi come Radio Parenti, la web radio in onda dal 22 maggio e che non è un surrogato dell’esperienza in teatro. L’attività principale, spiega Shammah, riguarda riprese di spettacoli teatrali e contenuti culturali quali conferenze, interviste, backstage d’autore, affiancate dalla produzione di social media content e cortometraggi artistici. Questi prodotti video sono pensati sia per promozione su diversi canali distributivi (social network, sito landing, cinema, festival etc.), che per rendere maggiormente attraente la transizione ad una nuova modalità di distribuzione digitale dei contenuti teatrali. Una sfida che ha tre obiettivi: raggiungere una maggiore audience, altrimenti impenetrabile, attraverso la diffusione digitale; diffondere la ricchezza di contenuti e le altissime competenze artistiche presenti nel mondo teatrale e conservare, digitalizzare e rendere fruibili gli spettacoli teatrali oltre la messa in scena, allungandone il ciclo di vita, e che durante la pandemia sono stati un’ancora (parziale) di salvataggio.
Il prossimo progetto, chiosa la direttrice, sarà realizzare un corto de Il Sosia di Dostoevskij che poi diventerà uno spettacolo teatrale: «Di solito si fa prima lo spettacolo e poi il corto, stavolta abbiamo fatto il contrario».
Il primo sipario della nuova stagione si alzerà il 1° giugno con Il filo di mezzogiorno di Goliarda Sapienza con Donatella Finocchiaro e la regia di Mario Martone. Prima però, dal 15 al 30 maggio, due settimane di spettacoli e laboratori creativi per i bambini nelle sale del teatro e sul prato dei Bagni Misteriosi. A sottolineare la funzione sociale del Teatro. «Ci siamo chiesti da dove partire?», spiega Shammah, «la risposta non poteva che essere “dai bambini!”. Un po’ perché sono loro ad aver sofferto di più in questo periodo e ad aver bisogno, più di chiunque altro, di una casa accogliente e stimolante dove liberare la loro energia creativa e la fantasia, ma soprattutto perché sono il futuro. Ci saranno spettacoli, laboratori e giochi all’aria aperta, sarà un’occasione per imparare, conoscere, divertirsi. Insieme. E dato che i bambini e i ragazzi di oggi non saranno solo il nuovo pubblico, ma anche gli attori, registi, drammaturghi di domani, stiamo dando vita a dei percorsi formativi, dedicati agli under 18 per fornirgli i primi strumenti per approcciarsi ai mestieri del teatro, non solo corsi di recitazione ma anche di scrittura, backstage, comunicazione».
Ricca l’offerta degli spettacoli, tra teatro, musica e danza. Il 29 giugno Lino Guanciale e Davide Cavuti tornano in scena con un nuovo spettacolo, Non svegliate lo spettatore, dedicato alla vita di Ennio Flaiano, scrittore (e sceneggiatore di numerose pellicole dirette da Federico Fellini (I Vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8 ½ ). Il 6 luglio ai Bagni Misteriori in scena l’Eneide e in particolare La caduta di Troia, con Massimo Popolizio, voce magnetica e inconfondibile, tra gli attori più importanti del panorama nazionale, che indaga sul tema dell’inganno.
Dal 7 luglio in scena Questo è il tempo in cui attendo la grazia, una biografia onirica e poetica di Pasolini attraverso le sue sceneggiature.Un recital di prosa, poesia e video che entra nella officina poetica dello scrittore per riflettere sui temi a lui cari, come lo sguardo puro del fanciullo, la periferia, l’eros, il cristianesimo delle origini, esplorando non il suo cinema cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature -, ma il suo sguardo.
Il 21 luglio spazio al teatro civile con Utoya, dal nome dell’isola norvegese dove il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik compì due attentati uccidendo quasi cento persone. Il 27 luglio ai Bagni Misteriosi l'appassionante rubrica “Lettere del cuore” di Natalia Aspesi su il venerdì di Repubblica diventa uno spettacolo teatrale a cura di Lella Costa. Infine, per il secondo anno consecutivo, il teatro esce dalle sale per andare a trovare il pubblico in camion. Il palcoscenico viaggiante del Parenti torna in tournée nell’estate 2021 con i due furgoni che raggiungeranno agilmente ogni tipologia di piazza e unendosi creeranno un vero e proprio palco teatrale, per portare una serata di allegria, comicità e musica, al pubblico delle piazze cittadine e dei comuni della Regione Lombardia, «con cui il progetto è nato lo scorso anno ed è in via di definizione», precisa Shammah.
Infine, Debutterà l'8 luglio a Spoleto, invece, Amen il primo spettacolo teatrale, in forma di concerto per voci ed elettronica, dello psicanalista Massimo Recalcati per la regia di Valter Malosti, coprodotto dal Teatro Franco Parenti di Milano e da TPE - Teatro Piemonte Europa. «Sin da ragazzo, da quando avevo vent'anni, volevo scrivere di teatro. Ero un vero appassionato di teatro, mangiavo pane e teatro. Poi, come spesso accade nella vita, ci sono stati incontri che hanno deviato questa mia vocazione. Durante il primo lockdown - racconta Recalcati - ho cominciato a scrivere un testo. Mentre scrivevo attorno c'era la morte. Come direbbe il grande pittore Rothko, quando si fa arte o si parla della vita e della morte o è meglio non farla. Amen è la parola che consacra la possibilità che la vita possa esistere anche dove è la morte, che la morte non possa essere l'ultima parola sulla vita. Amen vuol dire 'così sia', 'che sia così', che la vita sia viva, che la morte non sia l'ultima parola sulla vita».