Non dimenticare di respirare! Se questa raccomandazione suonerebbe strana per il respiro del corpo – perché è dell’ordine dell’istinto e finché siamo vivi e vegeti respiriamo naturalmente –, essa non è poi così fuori posto se la applichiamo allo spirito. È una raccomandazione che troviamo nel Nuovo Testamento sotto la forma di altre espressioni: «Vegliate e pregate» (Marco 14,38); «Pregate ininterrottamente» (1Tessalonicesi 5,17)… ma anche, sebbene in un senso leggermente diverso, «Non spegnete lo Spirito» (5,19). «La preghiera è il respiro dell’anima» (Elisabetta della Trinità).
Questa definizione apre subito a una eloquente analogia: non viviamo solo respirando profondamente in alcuni momenti precisi della giornata, abbiamo bisogno di respirare continuamente. Noi viviamo perché respiriamo continuamente. In questo senso, ritengo che, oltre a fissare uno o più momenti relativamente più lunghi di preghiera nella giornata, è bene ritrovare il tempo per piccoli momenti sparsi in cui eleviamo il cuore al Signore. In questo senso parlo di “pregare in briciole”.
Questo appellativo o semplice metodo di preghiera non è troppo diverso da altre intuizioni e pratiche di preghiera presenti nella lunga tradizione spirituale cristiana. I grandi maestri della nostra fede l’hanno sempre insegnato e soprattutto vissuto. I padri del deserto parlavano di giaculatorie, di preghiere e suppliche brevissime con le quali elevavano il cuore continuamente al Signore. Tanti santi e maestri spirituali insegnano che la preghiera non è un dovere quotidiano da fare per non pensarci più, ma è un preludio e un sostegno a una preghiera continua, a una presenza discreta al cospetto del Signore.
Mi piace presentare questa metodologia di preghiera alla stregua del contrario di una raccomandazione di nutrizione: «Evitare di sgranocchiare tra i pasti». Se immaginiamo i momenti canonici della preghiera come i pasti principali, le preghiere giaculatorie e le briciole di preghiera sarebbero come lo sgranocchiare della vita spirituale. Ed è una cosa sanissima e altamente raccomandata. Si tratta di elevare l’anima continuamente al Signore. Com’è possibile? Amando… Santa Teresina, infatti, confidò una volta alla sorella Céline che non passavano tre minuti senza che lei pensasse al Signore. Alla sorpresa della sorella, Thérèse soggiunse: «È normale che pensiamo sempre alla persona che amiamo».
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