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sabato 14 dicembre 2024
 
 

Elezioni Usa, Romney alla prova

21/01/2012  Il candidato repubblicano alla prova degli elettori. La battaglia per la conquista del South Carolina potrebbe fargli conquistare la palma di sfidante.

     Per l'Economist è “l'unico candidato repubblicano che può battere Obama”, una riflessione che condividono elettori di ogni estrazione, inclusi evangelisti e pentecostali, tradizionalmente più propensi a votare candidati strettamente conservatori come Rick Sanctorum o il born-again christian (convertito alla chiesa evangelica) Rick Perry.


     Così il centrista Romney regna nei sondaggi, con un vantaggio di 2 a 1 sul concorrente più vicino, votatissimo sopratutto dalle elettrici repubblicane, rassicurate dall'aspetto paterno e dal fascino del candidato, non è detto che sia il suo progetto politico, tutt'altro che brillante.

     «La maggioranza delle persone lo vota poiché crede sia l'unico in grado di battere Obama. Ha le carte in regola per soddisfare il minimo comun denominatore dei conservatori. Probabilmente gli elettori hanno ragione: è l'unico che potrebbe tenere testa a Obama», spiega uno stratega democratico di Washington DC che preferisce rimanere anonimo. Un voto contro più che un voto a favore, quindi? Le primarie della super conservatrice South Carolina potrebbero scompigliare le carte in tavola oppure confermare definitivamente Mitt come il vero avversario di Obama. 

     «Ha ottime chance di consolidare il proprio ruolo in South Carolina», spiega Andy Kroll, giornalista di Washington per Mother Jones e analista politico. «Se vincesse di misura nello stato del sud e si riconfermasse in Florida, quasi tutti gli altri candidati dovranno per forza farsi da parte e, come ha fatto Jon Huntsman (lunedì 16 ha annunciato di voler lasciare la corse per le presidenziali, nda) supportare il capofila repubblicano uniti contro Obama».

     Sarebbe inoltre un modo per risparmiare fondi elettorali e preservarlo contro Obama che da parte ha già varie centinaia di milioni di dollari in una campagna che potrebbe ben superare il miliardo di dollari. E se non andasse così? Se invece Mitt arrivasse terzo, dietro a Sanctorum e l'ex presidente del Camera Newt Gingrich, potrebbe perdere il vantaggio guadagnato durante le prima due tornate elettorali. A pesare potrebbe essere il suo passato presso Bain Capital, la compagnia finanziaria di cui è stato chairman Romney. Durante il dibattito di lunedì sera su Fox News, più volte è stato accusato da Gigrich e Perry «di aver distrutto centinaia di posti di lavoro durante il suo periodo a Bain». 

    Romney ha ribattuto difendendo il libero mercato e condannando le accuse di Sanctorum, Perry e Ron Paul come «calunnie infondate»Ieri invece ha dovuto ammettere di avere un conto offshore alle Isole Cayman, ai Caraibi, un fatto che ha perplesso vari supporter e che i suoi avversari useranno abbondantemente per indebolirlo.

    Secondo gli analisti è il primo grande vero scivolone di Mitt, che rischia di perdere i voti della classe media, che mal tollera i paradisi fiscali per i politici. Torna poi a guadagnare terreno il cattolico Rick Sanctorum, che sabato scorso 14 gennaio ha ricevuto ufficialmente il supporto dei leader conservatori, riunitisi in Texas per votare il candidato ideale. «Verremo in suo aiuto», ha dichiarato il leader evangelista e fondatore del gruppo pro-life Focus on the Family che annuncerà ufficialmente il suo supporto il giorno prima delle elezioni in South Carolina.

     La battaglia per vincere la South Carolina il prossimo 21 gennaio, si giocherà soprattutto nell'etere televisivo. Grazie ai Super PAC, i fondi elettorali delle Political Action Commitee, delle Associazioni politiche che supportano un certo candidato, abbondano quest'anno gli spot pubblicitari per denigrare gli avversari. Nessun colpo è risparmiato, e l'obbiettivo numero uno è il capofila Mitt. Ben 11 milioni di dollari sono stati spesi solo questa settimana, la maggior parte sborsati dal Super PAC di Romney “Restore Our Future” (ripristiniamo il nostro futuro) per attaccare l'ex speaker Newt Gingrich. 

     Il quale, in tutta risposta, ha pubblicato un mini-documentario di ben 27 minuti (costo quasi un milione di dollari) per ricordare agli elettori il suo passato da CEO nell'odiato mondo della finanza. «il più grande inganno dai tempi del Big Foot (il mostro immaginario delle montagne rocciose, nda)», l'ha derubricato Romney.

     Obama intanto osserva da lontano mentre incassa i successi legati ai nuovi outlook su occupazione, la nomina del liberal Richard Cordray al Consumer Financial Protection Bureau, l'organo di tutela dei consumatori inerente alle operazioni finanziarie,e il nuovo piano di tagli alla spesa pubblica riducendo il numero di uffici governativi a Washington. Un passo a sinistra e un balzo al centro, così si potrebbe definire la sua nova strategia per infiammare la base liberal, mantenendo il controllo sugli elettori indipendenti e centristi. 

     Ben più difficile invece il doppio avvitamento al centro, con jetèè a destra, senza scontentare la platea libertariana. Che fatica ancora a seguire il balletto complesso di Romney.Se i due si confrontassero oggi? Non ha dubbi Kroll: «Sarebbero quasi alla pari. Come si dice a Washington DC “too close to call”.».

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