Sabrina Flapp fa l’insegnante di scuola primaria da 35 anni. Una grande passione per il suo lavoro e per i bambini, unita a uno spirito giocoso che l’hanno portata anche a lavorare come volontaria. Dodici anni fa, mentre cercava nuove strategie per favorire in classe l’accoglienza e l’inclusività ha avuto l’idea di istituire la Giornata dei calzini spaiati scegliendo come mese febbraio, quello più spaiato, perché ha 28 giorni che ogni 4 anni salgono a 29. Quella che era nata come un’iniziativa locale è diventata ben presto virale, tanto che oggi la giornata viene celebrata nelle scuole di tutta Italia e anche fuori dai nostri confini. Dopo aver lavorato per moltissimi anni a Terzo di Aquileia (Udine) come insegnante di inglese ora è ritornata a fare l’insegnante di sostegno nella scuola primaria di Villa Vicentina come a inizio carriera. «Amo il mio lavoro, adoro i bambini e quando hai questa passione il lavoro non ti pesa….ti diverte e ti fa crescere, ogni giorno. Vivere la quotidianità insieme ti rende un po’ migliore e un po’ bambina come loro, che sono sempre pieni di energia e di ottimismoۚ».
Da dove le viene questa vena creativa?
«Ho lavorato per quasi metà della mia vita in una scuola a Tempo Pieno, la scuola di Terzo di Aquileia, scuola da sempre innovativa e ricca di progetti e attività. In questo nucleo quasi familiare – i bambini rimangono a scuola 8 ore per cui ogni insegnante diventa famiglia per i bambini – ogni giorno vengono pensate e realizzate attività multisensoriali, che arrivino ai bambini in più forme. Sono nate così nel corso degli anni la giornata ecologica, la festa della zucca, i castelli di Halloween, la giornata con i nonni, la mostra del libro, gli spettacoli di fine anno in italiano-inglese e lingua friulana….e nel lontano 2011|2012 anche la giornata dei calzini spaiati».
Come le è venuta l'idea di associare i calzini spaiati alla diversità e di conseguenza all'unicità e all'inclusione?
«L’ho trovato un modo diverso, forse originale per spiegare ai bambini quanto siamo tutti unici, diversi e speciali: insieme possiamo essere ancora più importanti, efficaci, positivi. Siamo tutti un pezzettino di puzzle del mondo e tutti possiamo aiutarci, fare la differenza. Come i calzini, che possiamo indossare anche se spaiati, così rispettando ogni compagno e amico possiamo rendere le nostre giornate “delle buone giornate».
Ha trovato collaborazione nella realizzazione di questo progetto?
«I miei colleghi a scuola hanno da sempre aiutato questa iniziativa a crescere, credendo nel progetto come me: sono insegnanti che amano il proprio lavoro. L’adesione di bambini, mamme, papà e nonni ci ha fatto capire che il concetto che stava alla base era arrivato nelle case, che poteva essere un piccolo semino».
Era già volontaria clown o lo è diventata dopo?
«Lo sono dal 2007 e i volontari clown spesso indossano i calzini spaiati, come Patch Adams, la persona che ha portato una grande rivoluzione nel mondo del volontariato con il naso rosso. Ma anche Pippi Calzelunghe, che a suo modo lottava contro i birbanti e voleva bene ai suoi due amici Tommy e Annika, li portava ogni giorno.
L’Italia ha moltissime persone che fanno volontariato attivo nelle più svariate forme e rendono le giornate migliori a chi incontrano. Ma è altresì vero che ciò che si riceve in cambio - fatto di sguardi, sorrisi, parole e abbracci - è moltiplicato all’ennesima potenza».
Com’è diventata virale la Giornata dei calzini spaiati?
«È stato proprio nella mia associazione clown che 4 mie amiche (Giulia Zoratto, Silvia Blazina, Clara Zaghis e Edy Lovisetto) mi hanno proposto, dopo aver ascoltato la mia idea, di portarla sui social per condividerla. Se non fosse stato per la loro energia e convinzione, forse questo progetto sarebbe rimasto solo nella mia scuola e in quelle vicine…chissà. Quindi “La giornata dei calzini spaiati”, nata e cresciuta a scuola, ora è anche sul web dal 2013, curata e amata dalle mie 4 amiche e da me»
Che sostegno avete avuto dalla società civile?
«Anno dopo anno, le persone (di tutte le età) che si sono avvicinate alla giornata sono aumentate incredibilmente e, grande mio sogno, sono arrivate molte scuole, molti istituti comprensivi. Ma c’è stata anche la partecipazione e l’affezione alla giornata da parte di squadre, gruppi, reparti di neonatologia, associazioni, singole persone. Un modo per sentirsi tutti un po’ più vicini. Le foto sulla pagina di Facebook “La giornata dei calzini spaiati” lo dimostra. Abbiamo scelto di farla sempre il primo venerdì di febbraio in modo che potesse essere celebrata nelle scuole, visto che la maggior parte sono chiuse al sabato».
E poi è arrivato anche un libro…
«La Giornata di calzini spaiati è diventata così popolare che a fine febbraio 2023 Mondadori ci ha proposto di scrivere un libro insieme. Nell’autunno 2023 è nato così Una straordinaria giornata per i calzini spaiati, un albo coloratissimo illustrato da una splendida Erika De Pieri, che noi amiamo e ringraziamo. Ci sembra ancora di sognare!».
Nella sua esperienza di insegnante ha dovuto gestire spesso bambini con bisogni speciali?
«In ogni scuola e in molte classi ci sono da sempre bambini con bisogni speciali ma il nostro obiettivo da sempre è di essere un gruppo unito dove ognuno si senta bene, dove ogni bambino può essere di aiuto agli altri. Quando la mattina vedi entrare i bambini a scuola di corsa o con il sorriso, capisci che la scuola è ancora un buon posto dove crescere».
Esiste anche tra i bambini il fenomeno del bullismo verso chi viene avvertito come diverso?
«Per fortuna i casi di bullismo alla scuola primaria sono davvero rari e si cerca sempre di lavorare per far sì che non accadano. La sinergia tra insegnanti, bambini, personale A.T.A. e famiglie in questo caso è fondamentale. E alla base di tutto ci deve essere sempre la fiducia».
Nelle sua scuola come si celebra e che attività propone ai bambini?
«La scuola di Terzo di Aquileia, ma anche molte altre scuole, hanno portato la Giornata dei calzini spaiati nel paese o nelle città: hanno appeso i calzini e i messaggi di amicizia e solidarietà agli alberi, nei negozi, nelle piazze. Sono state fatte passeggiate lungo le vie con cartelloni e calzini, insieme alle persone che si avvicinavano, per sensibilizzare al messaggio. Nella mia classe abbiamo fatto uscire un bambino alla volta, in un momento e un tempo tutto personale. Lo abbiamo fatto entrare in una stanza e sedere davanti ad uno specchio e ci siamo sedute accanto: abbiamo detto a ogni bambino che si rifletteva nello specchio quanto per noi sia speciale, gli abbiamo raccontato delle sue caratteristiche uniche, di quanto lo apprezziamo e di quanto siamo sicure potrà essere di aiuto alla famiglia, agli amici…per essere ancora più speciale. La reazione di ogni bambino è stata meravigliosa: chi si è commosso, chi si è aperto in un sorriso a 44 denti, chi ci ha abbracciate».
Il nostro motto per questo 2024 è
LIBERI DI ESSERE UNICI…..INSIEME PER ESSERE SPECIALI.