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Che le partite di calcio, in particolare alcune, possano diventare un problema di ordine pubblico non è un mistero. Non serviva fervida fantasia, per immaginare che un incrocio Serbia-Albania alle qualificazioni in vista dei prossimi Europei sarebbe stato premessa per situazioni esplosive. Anche se magari non avremmo immaginato che si sarebbe arrivati allo striscione volante – più difficile fermare un drone che uno striscione vecchia maniera ai controlli -, restava il problema enorme di una partita a rischio – diventata realtà: vedi drone che vola sullo stadio di Belgrado con la bandiera della "Grande Albania" – e probabilmente di uno stadio non adatto a contenerla. Tanto è vero che la partita è stata interrotta al 41° del primo tempo.
E allora ci si chiede: l’Uefa che aveva fatto in modo - nessun trucco, semplicemente l’accortezza di sistemare squadre a rischio nei cinque bussolotti destinati al sorteggio in modo da evitare scintille-, dichiarandolo apertamente sul suo sito, di regolamentare il sorteggio evitando lo scontro diretto di Armenia e Azerbaijan e di Spagna-Gibilterra non poteva fare lo sforzo di fantasia di evitare, per le stesse ragioni politiche, anche Serbia- Albania?
Non solo, il precendente di Italia-Serbia 2010, interrotta per disordini, provocati dagli ultrà serbi, avrebbe dovuto suggerire ulteriori cautele. Per esempio, che ci faceva ancora sugli spalti di Serbia-Albania il tifoso noto con il soprannome di Ivan il terribile, dopo le performance di Italia-Serbia 2010, di cui era stato non edificante protagonista? L’hanno riconosciuto tra gli invasori di campo di Serbia-Albania.
Terzo problema: quando è scoppiata la rissa in campo, quando il serbo Stefan Mitrovic ha fermato il drone, alcuni tifosi sono riusciti a entrare sul terreno di gioco: per fortuna sono entrati in pochi - sufficientemente pochi da farci dire che il servizio d'ordine ha tenuto? -, abbastanza svelti però da afferrare una sedia e darla in testa a un giocatore albanese, ma quanto è mancato perché sfondassero in tanti?
Tra qualche mese faranno trent’anni dall’Heysel e delle due l’una: o il calcio ha la memoria corta o non ha imparato niente.
E allora ci si chiede: l’Uefa che aveva fatto in modo - nessun trucco, semplicemente l’accortezza di sistemare squadre a rischio nei cinque bussolotti destinati al sorteggio in modo da evitare scintille-, dichiarandolo apertamente sul suo sito, di regolamentare il sorteggio evitando lo scontro diretto di Armenia e Azerbaijan e di Spagna-Gibilterra non poteva fare lo sforzo di fantasia di evitare, per le stesse ragioni politiche, anche Serbia- Albania?
Non solo, il precendente di Italia-Serbia 2010, interrotta per disordini, provocati dagli ultrà serbi, avrebbe dovuto suggerire ulteriori cautele. Per esempio, che ci faceva ancora sugli spalti di Serbia-Albania il tifoso noto con il soprannome di Ivan il terribile, dopo le performance di Italia-Serbia 2010, di cui era stato non edificante protagonista? L’hanno riconosciuto tra gli invasori di campo di Serbia-Albania.
Terzo problema: quando è scoppiata la rissa in campo, quando il serbo Stefan Mitrovic ha fermato il drone, alcuni tifosi sono riusciti a entrare sul terreno di gioco: per fortuna sono entrati in pochi - sufficientemente pochi da farci dire che il servizio d'ordine ha tenuto? -, abbastanza svelti però da afferrare una sedia e darla in testa a un giocatore albanese, ma quanto è mancato perché sfondassero in tanti?
Tra qualche mese faranno trent’anni dall’Heysel e delle due l’una: o il calcio ha la memoria corta o non ha imparato niente.



