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Al Cavaliere, che era e resta un genio della comunicazione, non sarà sfuggita una cosa: le sue più recenti esternazioni, compresa quella di ieri (un'ora e dieci minuti di discorso alla convention dei giovani di Forza Italia), scivolano sempre più indietro nelle pagine dei giornali. Anche le prime pagine sono ormai un ricordo, roba per gli archivi e per le memorie, nonostante che il Pd, gridando "eversione eversione", cerchi di ridare alle parole di Berlusconi l'importanza di un tempo.
Ai giovani forzitalici Silvio Berlusconi ha riproposto quello che è sempre stato il meglio e insieme il peggio del suo repertorio: riuscire a descrivere un mondo "ideale" completamente rovesciato rispetto a quello "reale". Nel mondo di Silvio, assoluzioni e condanne dipendono dal consenso di piazza, non dalla magistratura e dai Codici; i politici che, come lui, incappano in condanne penali sono martiri perseguitati e non, come avviene ovunque altrove, personaggi che dovrebbero farsi da parte; i giornali che danno notizie per lui sgradevoli sono al servizio del nemico (il Corriere della Sera come "organo non ufficiale della Procura di Milano"); le sconfitte elettorali frutto solo di brogli; è un dovere e non una concessione del presidente della Repubblica concedergli un'eventuale grazia; e così via.
Un Re Sole del ventunesimo secolo, insomma. Con una modifica: in quel caso il sole non tramontava mai sul suo regno, nel caso di Silvio il sole non dovrebbe mai tramontare su di lui.
Ai giovani forzitalici Silvio Berlusconi ha riproposto quello che è sempre stato il meglio e insieme il peggio del suo repertorio: riuscire a descrivere un mondo "ideale" completamente rovesciato rispetto a quello "reale". Nel mondo di Silvio, assoluzioni e condanne dipendono dal consenso di piazza, non dalla magistratura e dai Codici; i politici che, come lui, incappano in condanne penali sono martiri perseguitati e non, come avviene ovunque altrove, personaggi che dovrebbero farsi da parte; i giornali che danno notizie per lui sgradevoli sono al servizio del nemico (il Corriere della Sera come "organo non ufficiale della Procura di Milano"); le sconfitte elettorali frutto solo di brogli; è un dovere e non una concessione del presidente della Repubblica concedergli un'eventuale grazia; e così via.
Un Re Sole del ventunesimo secolo, insomma. Con una modifica: in quel caso il sole non tramontava mai sul suo regno, nel caso di Silvio il sole non dovrebbe mai tramontare su di lui.



