Di nuovo in presenza. Di nuovo d'inverno. Sempre a Davos, Svizzera, Cantone dei Grigioni, dove il simposizio esordì nel 1971, per iniziativa dell'economista ed accademico Kalus Schwab. Dal pomeriggio di lunedì 16 a venerdì 20 gennaio, 2700 leader mondiali si confrontano sull’esigenza, come recita il tema, di “collaborare in un mondo frammentato, per risolvere le crisi odierne e indirizzare le sfide future”. Alla 53a edizione del World Economic Forum, la prima dopo il Covid, hanno annunciato la loro partecipazione 52 Capi di Stato e di Governo, 379 ministri, 19  governatori di banche centrali, centinaia tra presidenti, amministratori delegati, direttori generali di aziende e dei principali istituti di credito.  Assenti Biden, Marcon, Xi Jinping (perché impegno dalla lotta contro la recreduescenza del coronavirus), Putin (per l'invasione che ha scatenato il 24 febbraio 2022). Manca anche Giorgia Meloni. Il Governo italiano è  rappresentato dal ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. Quest'anno risultano più rappresentate Asia e Afrcia.

Recessione, sanità post-pandemia, guerra e crisi energetica sono i temi in agenda. I lavori si aprono dopo che la cittadina svizzera ha ià registrato le prime contestazioni contro il "turbocapitalsimo" animate da Ong e da gruppi ecologisti, che hanno accusato i "potenti del mondo" di discutere tra di loro di ambiente usando la forma di trasporto più inquinante. Secondo uno studio di Greenpeace la prevista partecipazione record di imprese e capi politici, muoverà in una settimana più di mille jet privati che inquineranno come 350mila automobili.