Non capisco davvero tutta questa agitazione attorno al lavoro domenicale e festivo. Non dico che sia giusto o sbagliato discuterne, ma teniamo conto che ci sono migliaia di persone che lavorano la domenica. Mio padre era guardia giurata e lavorava sempre: giorni feriali e festivi. Compresi Natale, Pasqua, Ferragosto e Capodanno. La stessa cosa vale anche per mia moglie, operatrice sociosanitaria in una comunità di accoglienza per disabili. E mi permetta di dirlo: per una miseria di stipendio. Per loro e le loro famiglie, ma anche per tutti quelli che sono nella stessa condizione, non ho mai assistito a nessuna protesta. Anzi, c’è stato sempre il silenzio da parte di tutti.
Mauro - Treviso

L’agitazione a difesa della domenica e del diritto al riposo tiene conto di situazioni simili a quelle di tuo papà e tua moglie. Dà voce alle loro esigenze vitali, perché recuperino quegli spazi indispensabili da dedicare alla famiglia, di cui sono stati privati finora. Non ci stancheremo di ribadire quanto sia deleterio sacrificare la festa all’economia. Non c’è alcun vantaggio, neppure economico. Si abbassa solo il livello della qualità della vita, sacrificando le cose più care che abbiamo, come gli affetti familiari, a leggi di mercato poco lungimiranti. Per i cristiani, poi, la domenica è il giorno del Signore. E come ricordava lo slogan del congresso eucaristico di Bari: “Non possiamo vivere senza la domenica”. Non siamo nati per vivere da bruti, ma per elevarci nello spirito.