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«Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell'Interno, trovandone condivisione, che l'autorevolezza delle Forze dell'Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». La durissima nota del Quirinale riovela la gravità di quanto è accaduto a Pisa, ma anche - nei giorni precedenti - a Firenze e a Catania. C'è una escalation impressionante della brutalità delle forze dell'ordine nella gestione delle manifestazioni. Del resto basta vedere le foto e i video. In questi frangenti il primo dovere delle forze dell'ordine è quello di controllare la situazione ed evitare il più possibile il ricorso alla forza. E invece la situazione - il minimo che si possa dire - è scappata di mano: le cariche della polizia rimandano ai tempi di Scelba, quando il clima era ben diverso e a manifestare erano personaggi ben più pericolosi degli adolescenti finiti sotto le bastonate della polizia. Scene che non avremmo mai voluto vedere. Le falangi di celerini, le manganellate che partono a casaccio con violenza sugli studenti pacifici, senza aste né caschi, senza nulla. Perfino dagli edifici accanto qualcuno si affaccia per urlare di fermarsi. Una carica selvaggia contro gli studenti pro-Palestina a protezione della piazza dei Cavalieri dove c’è la sede centrale dell’ateneo di Pisa, frequentato dagli stessi studenti (era una regola non scritta delle forze dlel'ordine quella di entrare negli atenei), diventa un caso politico.
Qualcuno pagherà per quanto è accaduto, dopo la durissima "moral suasion" del capo dello Stato, che tra l'altro proprio ieri aveva fermamente condannato il fantoccio del capo del Governo bruciato in piazza, con eguale condanna? A sentire le dichiarazioni di vari compnenti del Governo parrebbe di no. Anziché ammettere che a Pisa qualcosa è andato storto i ministri sembrano trincerarsi dietro ovvie considerazioni sulla necessità di mantenere la sicurezza da parte delle forze dlel'ordine. Buttandola in caciara come ha fatto una nota di Fratelli d'Italia contro la "sinistra che spalleggia i violenti", non è una lezione di responsabilità. Ma non è così che si amministra uno Stato democratico. Ieri, durante le manifestazioni in favore della Palestina - ma i motivi della protesta in questo discorso sono ininfluenti, perché la Costituzione permette di manifestare liberamente - pareva più di essere nell'Ungheria di Orban o nella Russia di Putin che in Italia.



