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«Sono una sfigata, vittima dei bulli, voglio farla finita non ce la faccio più», parole che fanno gelare il sangue nelle vene quelle di una ragazzina di dodici anni che il 18 gennaio scorso ha tentato il suicidio dopo essere stata vittima di una serie di angherie in ambiente scolastico. Una scelta lucida e pienamente cosciente, quella di lanciarsi nel vuoto dal secondo piano di casa, maturata progressivamente e alimentata dalle ferite dell’anima che sembra abbia confidato ad uno degli infermieri del pronto soccorso, bruciano più di quelle fisiche. Una vicenda che non si fatica a rileggere in filigrana nel messaggio del papa per la 50a giornata mondiale della comunicazioni sociali, diffuso nella mattinata del 22 gennaio, e che è l'ulteriore conferma che la cittadinanza digitale non è un mondo parallelo a quello in presenza ma è la stessa identica realtà che si rivela in due dimensioni contigue.
«Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione» ha sottolineato il pontefice nella preziosa nota che ogni anno diffonde in occasione della festa di san Francesco di Sales (24 gennaio), patrono dei giornalisti. Un’affermazione che fuga in anticipo i fantasmi di quanti sono abituati a scorgere negli schermi digitali dei costanti potenziali pericoli e che ci invita implicitamente a formare l’uomo ad un uso autentico di questi mezzi, orientandoli al bene comune.
Clay Shiry, un docente della New York University, ha scritto un saggio dal titolo “Surplus cognitivo. Creatività e generosità nell'era digitale” nel quale ha messo in evidenza come le scelte nell’era digitale, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni, possano essere guidate da desiderio di autonomia, competenza e spirito comunitario. Uno sguardo positivo sul tema del tempo libero, una risorsa che può essere intrisa di rapporti umani mediati dal digitale e connessi in modo tale da costituire un “di più” che potenzia la dimensione comunitaria. Un antidoto alle tossine umane che hanno segnato profondamente l’anime della dodicenne friulana.
«Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società –continua papa Francesco, ne suo messaggio- ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale». Un’eco casuale ma non inconsapevole alla drammatica vicenda di Pordenone che ci riporta ancora una volta a riconnettere le relazioni autentiche con le loro espressioni digitali con la consapevolezza che anche il cyberspazio è luogo bisognoso di misericordia.
«Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione» ha sottolineato il pontefice nella preziosa nota che ogni anno diffonde in occasione della festa di san Francesco di Sales (24 gennaio), patrono dei giornalisti. Un’affermazione che fuga in anticipo i fantasmi di quanti sono abituati a scorgere negli schermi digitali dei costanti potenziali pericoli e che ci invita implicitamente a formare l’uomo ad un uso autentico di questi mezzi, orientandoli al bene comune.
Clay Shiry, un docente della New York University, ha scritto un saggio dal titolo “Surplus cognitivo. Creatività e generosità nell'era digitale” nel quale ha messo in evidenza come le scelte nell’era digitale, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni, possano essere guidate da desiderio di autonomia, competenza e spirito comunitario. Uno sguardo positivo sul tema del tempo libero, una risorsa che può essere intrisa di rapporti umani mediati dal digitale e connessi in modo tale da costituire un “di più” che potenzia la dimensione comunitaria. Un antidoto alle tossine umane che hanno segnato profondamente l’anime della dodicenne friulana.
«Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società –continua papa Francesco, ne suo messaggio- ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale». Un’eco casuale ma non inconsapevole alla drammatica vicenda di Pordenone che ci riporta ancora una volta a riconnettere le relazioni autentiche con le loro espressioni digitali con la consapevolezza che anche il cyberspazio è luogo bisognoso di misericordia.



