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Una copertina preparata al volo dalla rivista TIME poche ore dopo l’assassinio di Charlie Kirk parla apertamente di un’ “epidemia di violenza politica americana”. Non è un’esagerazione. I dati purtroppo lo confermano.
"Questo evento è terrificante, allarmante, ma non necessariamente sorprendente", ha dichiarato all’agenzia Reuters Mike Jensen, ricercatore presso l'Università del Maryland, che dal 1970 tiene traccia degli atti di violenza in un database sul terrorismo.
Nei primi sei mesi dell'anno, gli Stati Uniti hanno subito circa 150 attacchi di matrice politica, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ha affermato Jensen. "Penso che ci troviamo in una situazione molto, molto pericolosa che potrebbe facilmente degenerare in disordini civili più diffusi se non riusciamo a tenerla sotto controllo", ha affermato Jensen. "Questo potrebbe assolutamente fungere da miccia che ne alimenterebbe altri".
Reuters ha contato almeno 300 casi di violenza politica negli Stati Uniti tra l'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e le elezioni presidenziali del 2024, segnando l'aumento più significativo e prolungato di tale violenza dagli anni '70.
L'omicidio di Kirk è l'ultimo di una serie di attacchi di alto profilo contro leader politici negli Stati Uniti, tra cui due tentativi di assassinio contro Trump durante la sua campagna elettorale del 2024.
Il presidente è rimasto ferito all'orecchio dopo essere stato colpito da un proiettile durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, nel luglio del 2024, e le autorità affermano di aver sventato un secondo attentato alla sua vita nel suo campo da golf di West Palm Beach due mesi dopo.
L’elenco dei politici americani presi di mira dalla violenza ormai è lungo.
Gabrielle Giffords, allora deputata democratica dell’Arizona, fu colpita da un proiettile durante un incontro con gli elettori nel 2011 e sconta ancora traumi motori e cerebrali. Steve Scalise, membro repubblicano della Camera dei Rappresentanti della Louisiana, fui colpito da un proiettile nel 2017 durante un evento a un campo sportivo.
Nell’ottobre del 22 un uomo armato di martello assalì nella sua casa californiana Paul Pelosi, marito della speaker democratica dei rappresentanti Nancy Pelosi. Nell’aprile di questo’anno , Josh Shapiro, governatore democratico della Pennsylvania, è stato vittima di un incendio doloso nella sua residenza nel cuore della notte. Lo scorso giugno, Melissa Hortman, membro democratico del parlamento statale del Minnesota, è stata uccisa nella sua abitazione insieme al marito in un omicidio a sfondo politico.
Gli omicidi mirati fanno parte della vita politica statunitense da generazioni, dall'assassinio di Abraham Lincoln nel 1865 agli omicidi di John F. Kennedy, suo fratello Robert F. Kennedy, il leader dei diritti civili Martin Luther King Jr e l’attivista afroamericano Malcolm X negli anni '60. Anche Ronald Reagan fu preso di mira da un attentatore nel 1981.
Ma la polarizzazione della vita politica americana non aveva mai raggiunto i livelli di oggi. E l’inaudito e violento assalto al Campidoglio dei sostenitori di Trump nel gennaio del 2021 è ancora nella memoria di tutti.
"La violenza politica estrema sta diventando sempre più la norma nel nostro Paese, e la sparatoria contro Charlie Kirk è indicativa di un problema molto più grande e diffuso: gli atti di violenza stanno diventando più comuni, anche senza una chiara ideologia o motivazione", ha affermato Jon Lewis, ricercatore presso il Program on Extremism della George Washington University.
“Non c’è da chiedersi perché, ma solo quando sarà il prossimo”, dichiara Mattia Diletti, studioso del sistema politico americano presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CORIS) della “Sapienza” Università di Roma, autore di “Divisi. Politica, società e conflitti nell'America del XXI secolo”. E aggiunge: “Questa è la politica americana oggi: seminare vento dall’alto, per poi raccogliere tempesta. È una guerra civile a piccole dosi ”.
L’attivista di sinistra Hasan Piker, che avrebbe dovuto partecipare a un dibattito con Kirk il prossimo 25 settembre, ha dichiarato:"È un fatto spaventoso. La reazione di chi cercherà vendetta dopo questo fatto violento e orribile sarà davvero preoccupante".
Per svelenire il clima servirebbero parole sensate ai più alti livelli, Ma Donald Trump ha già accusato dell’omicidio di Kirk la retorica della “sinistra radicale”. "È giunto il momento, nei limiti della legge, di infiltrarsi, destabilizzare, arrestare e incarcerare tutti coloro che sono responsabili di questo caos”, scrive minaccioso su X l’attività conservatore Christopher Rufo.
Il rischio è che la morte di Kirk diventi un pretesto per inasprire la persecuzione politica e accentuare la svolta autoritaria che Trump vuole dare alla sua presidenza. Intanto l’assassino di Kirk (considerato non un dilettante, ma un tiratore esperto) è ancora libero e potrebbe colpire di nuovo.
(Foto Ansa: l'attentato a Donald Trump il 13 luglio del 2024 in Pennsylvania durante la campagna elettorale)



