Leggo Famiglia Cristiana da quand’ero bambina. Ho cinquantotto anni e quasi quaranta di lavoro alle spalle. Quando torno a casa la sera, oltre ai lavori domestici, accudisco mio marito disabile grave. Se metto assieme i miei impegni, praticamente lavoro dalle 6.30 del mattino fino alle 23 di sera. La manovra del Governo Monti sulle pensioni mi ha gettato nello sconforto. Dov’è l’attenzione per la famiglia?
Nemmeno sfiorata! Centinaia di migliaia di lavoratrici sono nella mia stessa situazione, con un familiare disabile grave o genitori anziani da accudire. Per queste persone quarant’anni di lavoro contributivo non sono abbastanza per la pensione? Perché non si chiede di più a quegli italiani che, nonostante la crisi, si sono arricchiti tantissimo? O a quel dieci per cento della popolazione che possiede il cinquanta per cento della ricchezza del Paese? Togliere qualcosa a questi è portare via il superfluo. Diverso è infierire su chi fatica ad arrivare a fine mese. Lo dica al presidente Monti!

Franca C.

Quanto mi dici, cara Franca, ho avuto modo di riferirlo direttamente al presidente Monti, nell’intervista che gli ho fatto. Due i temi su cui ho insistito tanto: primo, la necessità di una politica familiare degna di questo nome, perché le famiglie sono la vera risorsa del Paese, il volano per uscire dalla crisi. Secondo, l’urgenza di un fisco più equo, che prenda i soldi dove ci sono. E basta spremere pensionati, lavoratori e famiglie come fossero limoni. Il presidente Monti mi è parso convinto delle argomentazioni, anche se ho avuto l’impressione che non abbia le mani del tutto libere per incidere pesantemente su alcuni settori. Senza una maggioranza propria, la vecchia politica prova continuamente a metterlo all’angolo. La nobiltà delle intenzioni cede il passo ai ricatti. Avanzati, per lo più, in modo subdolo. Proprio da chi l’appoggia in Parlamento, ma subito dopo lo contesta nelle piazze. E trama sottobanco per farlo cadere. Altro che pacificazione nazionale!