PHOTO
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla V Edizione degli Stati generali della Natalità
In un momento in cui l’Italia registra un calo record delle nascite l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è un’esortazione a guardare al futuro con responsabilità e speranza. Non basta constatare il problema, ha detto il Capo dello Stato che giovedì ha aperto gli Stati generali della Natalità, ma occorre costruire un contesto che permetta ai giovani di non dover scegliere tra sopravvivere o sognare una famiglia. Occorre dare loro la speranza che diventare genitori rimanga una possibilità reale.
A Roma, all’Auditorium della Conciliazione, il Presidente, accolto da Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, ha lanciato un forte monito sul declino demografico che segna l’Italia: «La nostra società invecchia e non si rigenera», ha detto, «i giovani sono pochi come mai prima, salvo forse dopo guerre devastanti».
L’applauso più forte è scattato quando il Presidente ha citato l’articolo 31 della Costituzione e ricordato che «la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e dei compiti relativi», con particolare riguardo alle famiglie numerose e «protegge la maternità l’infanzia e la gioventù».
Nel suo intervento, il Capo dello Stato ha citato papa Francesco, intervenuto su questo stesso palco due anni fa, e ha indicato con chiarezza chi sta pagando il prezzo di questa crisi demografica: «In una società centrata sulla velocità e sul tempo reale, i giovani sono costretti a essere in costante ritardo». Non è una colpa loro, ha spiegato, ma una conseguenza di contesti che ostacolano i passaggi fondamentali: lavoro stabile, una casa, la possibilità di mettere su famiglia.
Perché la natalità non è un dato scontato
Secondo Mattarella, la scelta di diventare genitori non può essere lasciata alla fortuna o ai bonus. Serve una rete di servizi, condizioni economiche e un contesto capace di dare certezze. «Condizioni adeguate di retribuzione e uno sviluppo dei servizi sociali», ha affermato, «sono essenziali per far respirare la speranza di una famiglia, per far fiorire la vita e restituire fiducia».
Il Presidente ha poi puntato il dito sulla contraddizione emersa sulla natalità: «Dove i consumi privati sono più alti, si riscontra minore generatività». Un segnale chiaro che i problemi non sono solo economici, ma culturali: vivere in contesti di benessere materiale non basta se le condizioni sociali e familiari non sostengono il progetto di crescere figli.


Un invito alla responsabilità collettiva
Mattarella ha ricordato che la demografia non è solo un indicatore statistico. È «un termometro dell’equilibrio di un Paese, dell’immagine di libertà e di futuro che i cittadini possono disegnare». E ha richiamato tutte le istituzioni a contrastare il declino: «Lo Stato ha il dovere di aiutare la genitorialità», ha detto, perché «la generatività ha valore umano e valore sociale». Secondo il Capo dello Stato, le risposte non possono essere occasionali: servono politiche strutturali, un progetto di lungo termine che metta al centro il bene delle famiglie, la stabilità del lavoro e la difesa del diritto a una vita piena e consapevole.





