In Terra Santa l'inizio dell'Avvento ha riacceso le luci del Santo Natale con l’albero allestito nella Piazza della Mangiatoia ma non ha spento ancora la violenza a Gaza.

Le luci e i colori non hanno fatto dimenticare la sofferenza dei fratelli di Gaza. In ogni parola e in ogni gesto si sente e quasi si vede il pensiero continuo e solidale rivolto a chi continua a soffrire a Gaza, dove alle temperature invernali si sono aggiunte pioggia, grandine, inondazioni. All'inizio del terzo inverno di guerra a Gaza una bambina senza casa e senza beni vitali ed essenziali, è morta a causa del freddo.

Gli aiuti umanitari arrivano in modo insufficiente alle esigenze di più di due milioni di persone, mancano ancora le cure e i farmaci, manca il riparo di tende o di altre situazioni che possano accogliere e riparare dal freddo intenso di questi giorni. Malattie respiratorie e infezioni causate dalle acque inquinate non possono essere curate per la mancanza di farmaci e di ospedali agibili.

La speranza della pace fa fatica a trovare la strada quando non si eliminano sofferenze e disagi almeno con l'ingresso di volontari e di sufficienti aiuti umanitari.

Dopo due anni di silenzio e di buio, a Betlemme l'accensione del grande albero ha riunito in Piazza della Mangiatoia tantissima gente.

Negli occhi dei bambini era molto evidente la gioia, gli sguardi degli adulti erano più sereni.

epa12574252 A man dressed as Santa Claus stands in Manger Square ahead of the lighting of the Christmas tree, in the West Bank city of Bethlehem, 06 December 2025. Bethlehem's Christmas tree in Manger Square, adjacent to the Church of the Nativity, is scheduled to be lit on 06 December, marking the city's first celebration in two years. EPA/ATEF SAFADI
epa12574252 A man dressed as Santa Claus stands in Manger Square ahead of the lighting of the Christmas tree, in the West Bank city of Bethlehem, 06 December 2025. Bethlehem's Christmas tree in Manger Square, adjacent to the Church of the Nativity, is scheduled to be lit on 06 December, marking the city's first celebration in two years. EPA/ATEF SAFADI
Un Babbo Natale nella Piazza della Basilica della Natività di Betlemme (EPA)

Le strade della Terra Santa sono state vuote e silenziose per più di due anni e in questi giorni la gente è ritornare ad incontrarsi, si sono riaccese le luci e si sono rivisti i colori della festa.

Gaza è vicina a Betlemme e a Gerusalemme, ma è stata divisa dal resto della Palestina da muri e da barriere fisiche ed è stata isolata dall'indifferenza di chi non vuole vedere.

A Betlemme la gente soffre per l'isolamento che impedisce il lavoro e le relazioni.

A neanche cento chilometri di distanza, a Gaza dal 7 ottobre 2023 l'odio e la vendetta continuano a togliere la dignità alla vita umana e a ridurre in macerie grigie e sporche un territorio colorato e rigoglioso.

Un numero impressionante di morti, di feriti, di sofferenti è il bilancio di una guerra che sembra essere stata dimenticata dall'annuncio di una fragile tregua.

Quella che abbiamo chiamato guerra per dare una collocazione alla violenza che avvolge Gaza e la Terra Santa, continua con una tregua che non impedisce di soffrire e di morire anche se i numeri sono decisamente inferiori al recente passato.

A Betlemme, a Gerusalemme e in altre città della Terra Santa le comunità cristiane sono tornate ad accendere le luci del Santo Natale in attesa di accogliere la vicinanza e la solidarietà dei pellegrini.

Anche nella parrocchia latina di Gaza quest'anno si tornerà ad addobbare un albero luminoso e colorato ma per il terzo anno consecutivo nessun cristiano avrà la possibilità di andare a Betlemme e a Gerusalemme per le festività natalizie. Ogni anno vivevo quei giorni con loro, condividendo la gioia del Santo Natale e la speranza di un futuro migliore per i cristiani di Gaza e della Terra Santa.

«Tutti qui siamo nati» dice il Salmo perché Betlemme è il luogo dove è iniziata la nostra vita, la vera vita inizia dove è nato il Principe della Pace, il Bambino divino che ha portato la possibilità della salvezza.

Nella grotta della Basilica della Natività, dove si è compiuta l'antica promessa, ogni giorno si celebra la liturgia del Santo Natale. «Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore».

A Betlemme ogni giorno è Natale perché Betlemme non è solo una città, un luogo fisico, Betlemme è un continuo messaggio di pace che dalla grotta si diffonde nel mondo.

Quella grotta accolse una famiglia che non trovava dove ripararsi, che aveva freddo e non aveva panni per proteggere il Bambino che stava per nascere. Giuseppe e Maria erano pellegrini, forestieri che non avevano nulla e che in una povera grotta trovarono rifugio e riparo, calore e accoglienza. Trovarono l'essenziale per vivere e per affrontare l'inizio di una nuova vita.

Nel mondo e in particolare in Terra Santa, il buio della violenza nasconde la luce della verità e della giustizia. Le famiglie, i bambini, le persone di Gaza hanno diritto agli aiuti essenziali: il cosiddetto mondo civile non può permettere che un bambino soffra e muoia a causa del freddo, del caldo, della fame, della sete, non può essere indifferente e non reagire ad una ingiustizia così sconvolgente.

Dalla grotta che ha visto nascere il Re dei Re, ripartiamo con la forza della speranza e il coraggio della fede a diffondere la certezza della salvezza.

La luce di Betlemme illumini il buio di Gaza, la luce di Betlemme illumini i cuori per accogliere le sofferenze del prossimo, per sconfiggere la violenza e il silenzio dell'indifferenza.

Il tempo forte dell'Avvento sia messaggero di pace e ci guidi ad un Santo Natale luminoso, che porti ogni bene a tutti e per tutti. È l'augurio che dalla Terra Santa raggiunge il mondo intero!