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«Indubbiamente è una bella notizia. La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell'esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare». Con queste parole al Sir, l’agenzia della Cei, il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, commenta l'accordo sul cessate il fuoco tra Hamas e Israele, «questa prima fase ne aprirà delle altre - aggiunge - e creerà un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa ma è necessario cominciare a ripensarla».
La firma della prima fase dell’accordo tra Hamas e Israele era stata commentata da Pizzaballa con un messaggio pubblicato sugli account ufficiali del Patriarcato: «Ci siamo svegliati questa mattina con la bellissima notizia dell'accordo sulla prima fase di un negoziato che sarà sicuramente molto lungo, gli ostacoli saranno tanti, ci saranno alti e bassi», ha detto il Patriarca, «questa notizia della liberazione degli ostaggi, di tanti prigionieri e dell'inizio del ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza è qualcosa che ha portato uno spirito totalmente nuovo nella vita della nostra Terra Santa, soprattutto a Gaza dove la gente, come le immagini stanno mostrando, non fa che gioire».
Il Patriarca di Gerusalemme ha aggiunto: «Gli ostacoli saranno tanti però dobbiamo cominciare a scrivere una nuova pagina, quindi siamo molto contenti di quello che sta accadendo, dobbiamo gioire di questo. Naturalmente ci sarà ancora molto da fare. Questo nuovo spirito ha portato un nuovo atteggiamento dentro le istituzioni e penso anche che, da punto di vista della scuola, dell'aiuto sanitario, dei viveri, sarà una fase nuova. Ce lo auguriamo. Ripeto: Non è la fine del conflitto ma un nuovo inizio. E mi auguro che possiamo dedicare tempo che abbiamo davanti a noi non per discutere di guerra ma come ricostruire dopo la guerra».



