Se andate fuori da un ateneo a chiedere ai ragazzi se vorrebbero fare un Erasmus all’estero (o se lo hanno già fatto), la maggior parte di loro vi risponderà affermativo. E per qualsiasi studente che ha sempre sognato di svolgere una parte dei propri studi a Londra, c’è una grande novità: dall’anno accademico 2027/2028 sarà nuovamente possibile effettuare il programma di studio nel Regno Unito. Gli scambi dovrebbero riprendere gradualmente già da gennaio 2027.

«Una vittoria enorme per i nostri giovani», così Nick Thomas-Symonds (Ministro per le Relazioni con l'UE) ha definito l’intesa, sottolineando che permetterà di «abbattere le barriere e allargare gli orizzonti» per tutti, indipendentemente dal background sociale. I destinatari infatti non sono solo gli universitari, ma anche studenti della formazione professionale (FE), apprendisti, personale scolastico e giovani impegnati nello sport e nel volontariato. Si stima che oltre 100.000 britannici potranno beneficiare del programma nel primo anno. I vantaggi sono enormi: i giovani del Regno Unito potranno studiare nelle università europee senza pagare tasse aggiuntive come “studenti internazionali” e riceveranno borse di studio per il mantenimento. Lo stesso varrà per gli studenti europei che vorranno recarsi in UK.

Britain's Prime Minister Keir Starmer speaks during the Prime Minister's Questions at the House of Commons in London, Britain, December 17, 2025. © House of Commons/Handout via REUTERS THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. MANDATORY CREDIT. IMAGE MUST NOT BE ALTERED.
Britain's Prime Minister Keir Starmer speaks during the Prime Minister's Questions at the House of Commons in London, Britain, December 17, 2025. © House of Commons/Handout via REUTERS THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. MANDATORY CREDIT. IMAGE MUST NOT BE ALTERED.
Il primo ministro britannico Keir Starmer © House of Commons/Handout via REUTERS (via REUTERS)

Il governo laburista di Keir Starmer ha presentato l'accordo come un successo diplomatico e una vittoria per le nuove generazioni. Il Regno Unito pagherà circa 570 milioni di sterline (circa 685 milioni di euro) per il primo anno. È stato negoziato uno sconto del 30% rispetto ai termini standard del trattato commerciale post-Brexit, per riflettere un maggiore equilibrio tra studenti in uscita e in entrata. Il Ministro per le competenze Jacqui Smith si è detta «assolutamente entusiasta», precisando che i fondi sono un impegno del Tesoro e che lo sconto ottenuto garantisce un «accordo più equo» per i contribuenti britannici rispetto al passato.

L’accordo è stato accolto dall’Unione Europea come un passo fondamentale per la stabilità dei rapporti futuri tra le parti. Ursula von der Leyen ha scritto sui social network che questa collaborazione «apre le porte a nuove esperienze condivise» e rappresenta un ulteriore passo nella «partnership strategica rinnovata» tra UE e UK. Anche il Vicepresidente della Commissione Europea Maroš Šefčovič ha espresso soddisfazione per aver trovato termini finanziari che rappresentano un «giusto equilibrio» tra i contributi del Regno Unito e i benefici offerti dal programma.

Con il rientro in Erasmus+, il futuro del programma Turing (il sostituto britannico creato da Boris Johnson) rimane incerto. Sebbene il governo non l'abbia ancora cancellato ufficialmente, molti esperti ritengono che l'Erasmus lo sostituirà quasi totalmente, dato che il Turing non copriva le tasse universitarie né finanziava gli scambi in entrata.