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Ho letto recentemente sui quotidiani che gli studenti italiani sono i più stressati tra gli studenti europei. Mi chiedo dove stia francamente la ragione di tanto stress. Sono nonna, ho 4 nipoti e mi sembra che siano sempre piuttosto tranquilli e di buon umore. Vivo in una piccola città di provincia e forse in una realtà tranquilla ma mi chiedo se non ci sia, come sempre, una certa esagerazione nel dare queste notizie. Mi piacerebbe quindi sentire il punto di vista di chi la scuola la vive tutti i giorni e non di chi fa sondaggi.
— Cara Mariangela, anch’io ho letto con attenzione l’ultimo rapporto dell’Oms sul benessere dei giovani, dal quale emerge come gli adolescenti italiani vivano nella gran maggioranza male il loro rapporto con la scuola e si sentano stressati per il carico di lavoro che essa comporta. Come te, io e i miei colleghi ci siamo domandati: Ma i nostri ragazzi sono così stressati? E siamo in parte noi, per il carico di lavoro e di studio che imponiamo loro, la causa di tale stress?». Nella nostra piccola indagine interna le percentuali erano un po’ diverse ma il segnale che ci viene dal rapporto Oms non va sicuramente sottovalutato. Per avere risposte più precise il rapporto andrebbe letto integralmente. Infatti solo un’analisi attenta su tutti gli indicatori raccolti in merito alla struttura, al finanziamento e alle prestazioni dei sistemi di istruzione nei 34 Paesi dell’OSCE può aiutare a capire la situazione e a migliorare, là dove ce ne sia bisogno. In particolare nei vari grafici e tabelle esaminati appare evidente che i Paesi dove le cose funzionano meglio sono l’Olanda, la Danimarca e la Svezia. Questa non è una novità ma forse ci dovrebbe far riflettere. Personalmente ho vissuto esperienze che mi hanno detto qualcosa di più su questi sistemi di istruzione. Poche settimane fa un gruppo di studenti svedesi è venuto nella nostra scuola per un progetto di scambio interculturale. Erano piuttosto straniti, sarebbe meglio dire allibiti, per lo stato delle nostre aule, per il nostro tempo scuola: ore di 60 minuti da loro non esistono, massimo 45, ogni disciplina ha le sue aule e sono gli studenti a muoversi, così ci sgranchiamo le gambe, mi hanno detto. E tutte le scuole hanno una mensa. Infine la docente accompagnatrice mi ha chiesto dove fosse il mio studio. Ho sgranato gli occhi. Allora mi ha spiegato che da loro ogni insegnante ha uno studio dove corregge i compiti, prepara le lezioni, incontra studenti. Ti dirò, ripensandoci credo che se potessimo studiare e lavorare così, in breve tempo, saremmo tutti meno stressati e nel prossimo rapporto Oms le nostre posizioni migliorerebbero rapidamente
MARIANGELA
— Cara Mariangela, anch’io ho letto con attenzione l’ultimo rapporto dell’Oms sul benessere dei giovani, dal quale emerge come gli adolescenti italiani vivano nella gran maggioranza male il loro rapporto con la scuola e si sentano stressati per il carico di lavoro che essa comporta. Come te, io e i miei colleghi ci siamo domandati: Ma i nostri ragazzi sono così stressati? E siamo in parte noi, per il carico di lavoro e di studio che imponiamo loro, la causa di tale stress?». Nella nostra piccola indagine interna le percentuali erano un po’ diverse ma il segnale che ci viene dal rapporto Oms non va sicuramente sottovalutato. Per avere risposte più precise il rapporto andrebbe letto integralmente. Infatti solo un’analisi attenta su tutti gli indicatori raccolti in merito alla struttura, al finanziamento e alle prestazioni dei sistemi di istruzione nei 34 Paesi dell’OSCE può aiutare a capire la situazione e a migliorare, là dove ce ne sia bisogno. In particolare nei vari grafici e tabelle esaminati appare evidente che i Paesi dove le cose funzionano meglio sono l’Olanda, la Danimarca e la Svezia. Questa non è una novità ma forse ci dovrebbe far riflettere. Personalmente ho vissuto esperienze che mi hanno detto qualcosa di più su questi sistemi di istruzione. Poche settimane fa un gruppo di studenti svedesi è venuto nella nostra scuola per un progetto di scambio interculturale. Erano piuttosto straniti, sarebbe meglio dire allibiti, per lo stato delle nostre aule, per il nostro tempo scuola: ore di 60 minuti da loro non esistono, massimo 45, ogni disciplina ha le sue aule e sono gli studenti a muoversi, così ci sgranchiamo le gambe, mi hanno detto. E tutte le scuole hanno una mensa. Infine la docente accompagnatrice mi ha chiesto dove fosse il mio studio. Ho sgranato gli occhi. Allora mi ha spiegato che da loro ogni insegnante ha uno studio dove corregge i compiti, prepara le lezioni, incontra studenti. Ti dirò, ripensandoci credo che se potessimo studiare e lavorare così, in breve tempo, saremmo tutti meno stressati e nel prossimo rapporto Oms le nostre posizioni migliorerebbero rapidamente



