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Ho letto la sua risposta a Barbara, dal titolo “Ora c’è chi vuole insegnare a Francesco a fare il Papa” (FC n. 34/2016). Vorrei esprimere una considerazione, premettendo che sono credente e praticante. Non ritengo che l’elezione a Pontefice renda immune Francesco da errori, visto che l’infallibilità riguarda solo i pronunciamenti “ex cathedra”. Per il resto, anche lui è soggetto a errori, fragilità e debolezze, come qualsiasi altro essere umano. Sono rimasta assai perplessa quando, in un’intervista, Francesco ha detto di non volersi immischiare nel tema delle unioni civili. C’è un proverbio che dice: «Chi tace acconsente». A quanto ho letto, so che vi sono anche vescovi che hanno le mie stesse perplessità.
Fin dal tempo dei primi apostoli c’è sempre stato nella Chiesa un confronto schietto e sincero su tante questioni. Ma sempre nello spirito della verità. E, soprattutto, della carità. Senza mai mancare di rispetto verso chi ha autorità. Lo stesso papa Francesco, all’inizio del Sinodo sulla famiglia, ha invitato vescovi e partecipanti a parlare con franchezza, senza il timore di dire qualcosa che potesse essere non gradita al Papa. Ma la supponenza porta alcuni cristiani a superare il limite della legittima critica, fino alla gratuita offesa. Che, spesso, si fonda sulla non conoscenza del pensiero di Francesco.
MARIA C.
Fin dal tempo dei primi apostoli c’è sempre stato nella Chiesa un confronto schietto e sincero su tante questioni. Ma sempre nello spirito della verità. E, soprattutto, della carità. Senza mai mancare di rispetto verso chi ha autorità. Lo stesso papa Francesco, all’inizio del Sinodo sulla famiglia, ha invitato vescovi e partecipanti a parlare con franchezza, senza il timore di dire qualcosa che potesse essere non gradita al Papa. Ma la supponenza porta alcuni cristiani a superare il limite della legittima critica, fino alla gratuita offesa. Che, spesso, si fonda sulla non conoscenza del pensiero di Francesco.



