Nella circoncisione del Signore
Nella solennità di questa domenica festeggiamo la circoncisione del Signore. Nel brano del Vangelo ascoltiamo come i genitori di Gesù, rispettando le norme della fede ebraica, fanno circoncidere loro figlio e, in questa occasione, gli mettono il nome indicato dall’angelo: Gesù. Giuseppe e Maria ci mostrano la scelta di vivere i precetti della loro fede, una fede che dev’essere vissuta come famiglia, non come singolo, e che è mostrata dai genitori al figlio.
A partire da questa caratteristica della Sacra Famiglia possiamo fermarci e riflettere sulla nostra capacità di rispettare le pratiche legate alla nostra fede, da quelle più semplici a quelle più impegnative: quei gesti che ci permettono di ricordarci quotidianamente la nostra appartenenza alla Chiesa di Cristo. Un segno di croce a inizio giornata, un momento di preghiera ogni giorno, la partecipazione costante e attiva alle celebrazioni eucaristiche domenicali; così come il rispetto delle specificità dei tempi forti, quali l’Avvento e la Quaresima, il vivere regolarmente il sacramento della Riconciliazione, l’accettare eventuali rinunce che la nostra situazione personale ci può imporre a livello della vita sacramentale. Non è facile e tantomeno scontato, avere la capacità di rimanere fedeli alle indicazioni che la Chiesa affida a ogni fedele, eppure siamo chiamati a impegnarci per farlo. Vivere una fede che passa dall’ascolto alla pratica, dall’accettazione alla testimonianza.
Volgiamo poi lo sguardo sull’atteggiamento di Maria, che di fronte alla straordinaria esperienza di maternità appena vissuta e davanti alle parole pronunciate dai pastori, «custodiva ogni cosa nel suo cuore». L’atteggiamento della madre di Gesù è quello di colei che non pretende di capire ogni cosa, ma accoglie tutto ciò che vive e lo custodisce, cioè lo protegge, nel suo cuore. Può succedere anche a noi di rimanere stupìti dal dispiegarsi della nostra vita tra strade tortuose e inaspettate, incapaci di decifrare le tracce dell’opera di Dio che compaiono lungo il cammino. Quante volte accade di sentirsi inascoltati nelle preghiere? Quante volte ci chiediamo il senso di un dono o di una perdita? La vita ci sorprende, se ci lasciamo sorprendere, e le parole di Dio sembrano troppe volte nascoste per comprenderle. Impariamo da Maria a “custodire” tutto ciò che ci accade, a difenderlo e a prendercene cura, senza aver la fretta di decifrare ogni cosa. Il tempo dell’agire di Dio è diverso dal nostro: abbiamo bisogno di far tesoro di ogni sua traccia, raccogliendole nel nostro cuore, per poterle guardare con calma assieme a Lui nei momenti della preghiera. La fretta e la pretesa di comprendere tutto e subito, sono le azioni opposte al custodire.
Lasciamoci condurre dal Signore per i sentieri disegnati da Lui e che portano il nostro nome, un passo alla volta, accogliendo con fede ciò che ci viene donato, anche quando lontano dalle nostre richieste, anche quando sembra allontanarci dalla meta che avevamo prefissato. Custodire lasciando a Dio il compito di donarci le lenti per imparare a leggere le sue parole nelle pagine della nostra vita.