Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 10 ottobre 2024
 

Domenica 10 gennaio 2021 - Battesimo del Signore

Nel giudaismo il battesimo nell’acqua corrente veniva amministrato probabilmente ancor prima di Giovanni, come rito iniziatico per i proseliti, i pagani che si convertivano all’ebraismo. Ma nella pagina evangelica di questa domenica il protagonista, Gesù, è già ebreo.

Il brano può essere suddiviso in due parti. Nella prima vi sono le uniche brevi parole di Giovanni riportate da Marco (in Matteo e in Luca sono più estese), che annunciano la venuta di qualcuno «dopo» - oppure, meglio, come diremo ora - «dietro» di lui. Questi è descritto come «più forte» e in grado di battezzare non con l’acqua, ma con lo Spirito. La seconda parte invece descrive in poche battute l’arrivare di Gesù da lontano, dalla Galilea, per ricevere il battesimo di Giovanni. Se l’evento qui è descritto con una sola frase, noi dovremmo pensare che sia passato più tempo, e anche che Gesù sia stato per un periodo discepolo del Battista. Lo si capisce dal fatto che Gesù ripeterà con le stesse parole di Giovanni l’invito alla conversione, dal fatto che la preposizione greca normalmente resa con «dopo» può avere anche in questo contesto un senso spaziale («Viene dietro a me colui…»), e soprattutto, dal fatto che Gesù è stato battezzato da Giovanni (non si tratta di un’auto-immersione: il Signore «fu immerso» nel Giordano).

Non sappiamo perché Gesù si sia fatto battezzare, e nessuna delle tre versioni evangeliche del racconto (il Vangelo secondo Giovanni tace su questo evento) fornisce alcuna spiegazione. Se sul piano storico si può dire che Gesù è stato battezzato dal Battista perché era stato suo discepolo, è la teologia dei secoli seguenti che interpreterà questo mistero della vita di Cristo, che poi sarà il segno (il “sacramento”) distintivo dei discepoli di Gesù di Nazaret.

Al versetto 10 compare per la prima volta un avverbio, «subito», che d’ora in avanti incalzerà il lettore, e che Marco userà più di quaranta volte, per esprimere l’urgenza che ha Gesù di annunciare il Regno. Con l’uscita di Gesù dall’acqua vengono descritti tre fenomeni: lo squarciarsi dei cieli, l’apparire dello Spirito «come » una colomba, e la voce del Padre dal cielo. Tutti e tre questi eventi hanno svariate risonanze bibliche, e se la voce divina ritornerà nel momento della Trasfi–gurazione di Gesù, la colomba appare solo qui, a richiamare probabilmente il racconto di Genesi, dove il verbo ebraico che descrive lo Spirito che «planava sulle acque» è lo stesso che descrive il volo degli uccelli.

L’aprirsi del cielo attira la nostra attenzione. Si tratta, più esattamente di uno “squarciarsi” (e non di un “aprirsi”, come per la traduzione del 1974: «vide aprirsi i cieli»), identico allo squarciarsi del velo del Tempio alla –fine del vangelo di Marco, con la morte di Gesù. È un modo per dire che l’accesso a Dio non è più esclusivo, e che con il battesimo, che è già presagio della sua morte, il Cristo ha appianato le distanze tra il cielo e la terra. Dal cielo squarciato può scendere lo Spirito: è un indizio, che dice a Giovanni e a tutti che è Gesù l’atteso.


07 gennaio 2021

 
Pubblicità
Edicola San Paolo