«del perdono»
In questa domenica del perdono la liturgia ci propone il passo del vangelo di Luca del padre misericordioso o del figliol prodigo. Dio, come il padre della parabola, lascia ciascuno di noi libero di vivere la vita che desideriamo, non ci vincola a sé, anche quando rischiamo di ferire la nostra persona e buttarci nella sofferenza. La libertà è uno dei doni più importanti che ci è stato fatto, assieme alla vita; Dio non interferisce con le nostre scelte, ci accompagna, ci indica un cammino, ma mai e poi mai ci obbliga a percorrerlo.
Il figlio più giovane che lascia casa per dedicarsi ai piaceri della vita e spendere in maniera dissoluta i suoi averi, arriva al punto di pensare: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». Questo è ciò che accade quando lasciamo vincere il peccato nella nostra vita: arriviamo a dimenticare la nostra identità, a negarla, a credere di essere impossibilitati di essere ancora figli. Ci sentiamo indegni, al punto tale da accettare di passare dalla condizione di figli a quella di servi, ma stiamo dimenticando che non siamo mai stati figli per merito ma sempre e solo per dono ricevuto.
Il punto di svolta della parabola è il momento in cui il figlio decide di tornare a casa. La forza straordinaria del perdono e della misericordia divina può operare all’interno della nostra vita, quando scegliamo di riorientare la nostra vita verso Dio, quando troviamo il coraggio di presentarci da Lui per chiedere perdono. Dio, come il padre della parabola, non desiderava altro che il nostro ritorno. In quell’abbraccio pieno d’affetto tra il padre e il figlio, quest’ultimo riscopre la sua identità, torna a riconoscersi per chi realmente è: un figlio amato. Quando ci lasciamo abbracciare dal perdono di Dio, Egli ci dona la forza per ritornare ad essere veramente noi, per riscoprire il nostro vero essere di uomini liberi e amati, non schiavi del peccato.
La tentazione che dobbiamo combattere è quella di rimanere schiacciati dal peso delle nostre cadute e pensare di non essere più degni di ricevere il perdono, che invece è dono per sua stessa natura. L’unica via per non essere salvati è l’autoesclusione, perché Dio ha talmente tanto rispetto della nostra libertà, da non costringere nessuno a cambiare la sua strada, anche quando essa la allontana da Lui e da sé.
La domenica del perdono ci ricorda l’infinita misericordia di Dio, come nessun uomo sia mai soltanto il suo peccato, le sue cadute, le sue fragilità. Non è mai troppo tardi per ritrovare la verità di noi stessi, per gustare dell’abbraccio di quel Padre che non ci abbandona neppure quando noi ci dimentichiamo di Lui, neppure quando lo offendiamo, neppure quando lo bestemmiamo. Forse siamo rimasti imprigionati tra le catene dei nostri errori? Forse crediamo sia troppo tardi per ricominciare? Forse immaginiamo troppo lunga e difficoltosa la strada verso casa? Ma basta voltarci per scoprire che Dio ci sta già venendo incontro.