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martedì 22 aprile 2025
 

Domenica 2 Marzo 2025 -Ultima dopo l’Epifania «del perdono»

Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, su cui Luca costruisce tutta la parte centrale del suo Vangelo, sta giungendo al termine. Il Maestro di Nazaret attraversa Gerico, sulla strada che, dalla valle in cui scorre il Giordano per gettarsi nel Mar Morto, sale sulle alture dei monti della Giudea, dove si trova la Città Santa. Di lì a poco entrerà a Gerusalemme, per affrontare l’ultima settimana della sua vita terrena. Questa è la circostanza narrativa che la liturgia dell’ultima domenica dopo l’Epifania ci fa incontrare nel brano evangelico.

È bene ricordare che il lungo cammino fatto da Gesù è stato principalmente un percorso teologico, lungo il quale l’evangelista ha fatto progressivamente conoscere ai lettori il volto misericordioso di Dio, che contempleranno pienamente nella Pasqua del Cristo. Il Calvario, dunque, è sullo sfondo e la resa conti tra Gesù e i suoi nemici è vicina. Luca ha chiarito strada facendo quali sono le armi che il Cristo ha preparato per affrontare la battaglia: benevolenza, misericordia e pace.

L’incontro con Zaccheo, oggetto del brano di questa domenica, si colloca perfettamente dentro questa prospettiva, anzi, bisogna dire che Luca non poteva trovare un racconto migliore per puntualizzare il senso della missione di Gesù, offrendoci al contempo le giuste lenti per interpretare quel che accadrà a Gerusalemme. Protagonista dell’episodio è il capo dei pubblicani della città, un esattore delle tasse collaborazionista dei romani. Dunque, rappresentante di una delle categorie tra le più disprezzate dal popolo, considerata peccatrice e accusata di essere tra le responsabili del tardare del compiersi delle promesse di Dio su Israele. Inoltre, Luca specifica che si tratta di un uomo ricco, condizione che per l’evangelista complica notevolmente i rapporti con il regno di Dio (Luca 18,24). Zaccheo, però, dimostra di avere un’altra caratteristica che nello sviluppo dell’episodio risulta decisiva: «cercava di vedere».

«Cercare» e «vedere» sono verbi importanti per Luca e molto presenti nel suo scritto. Il primo viene applicato, oltre che in senso proprio, anche relativamente alla ricerca di un senso, di una salvezza, della verità; il secondo è spesso usato come metafora della conoscenza, dell’amore e della fede.

Dietro tutto il da fare di Zaccheo per incrociare Gesù ci sono dunque un desiderio sincero e un cuore che nasconde una sete autentica. Lo scambio di sguardi con il Maestro di Nazaret e il suo auto-invitarsi presso casa di Zaccheo sono la giusta risposta a tanto desiderio e la gioia con cui il pubblicano lo accoglie è la riprova della sincerità della sua ricerca.

Quel che poi dichiara di fare con i suoi beni – sostanzialmente dare tutto ai poveri e a chi a frodato – lo mette definitivamente nella prospettiva della sequela di Gesù e nella schiera di coloro che non temono di lasciare ogni cosa per cercare il Regno. Tale generosità non è da intendersi come il prezzo della salvezza ma come la certificazione che questa è avvenuta: davvero il Cristo è venuto per ritrovare chi era perduto.


27 febbraio 2025

 
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