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lunedì 20 marzo 2023
 

Domenica 24 luglio 2022 - VII dopo Pentecoste

La libertà è un diritto umano fondamentale, anche nelle cose che riguardano la fede. La Chiesa cattolica, durante il concilio Vaticano II, dopo una lunga e sofferta discussione, con la Dichiarazione dal titolo Dignitatis humanae (7 dicembre 1965) arrivò ad affermare che: «La persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata». Anche papa Francesco ha ripreso questi principi, ribandendo «la libertà di scegliere la religione che si considera vera e di manifestare pubblicamente la propria fede» (Evangelii gaudium, n. 255).
Forse, anche da questa prospettiva potremmo leggere le pagine tratte dal libro di Giosuè e dal Vangelo secondo Giovanni. A Sichem, situata vicino a Nablus, oggi nei territori amministrati dall’Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania, si compie un passaggio fondamentale per le tribù di Israele, narrato nell’ultimo capitolo del libro di Giosuè. Questi ha condotto il popolo fino al cuore della Terra promessa, e ora lo chiama a scegliere chi servire. La posta in gioco è altissima: «Scegliere gli dèi degli altri popoli equivale a ripiombare nell’indifferenziato, perdendo la propria specificità; Israele è unico solo se aderisce esclusivamente all’Unico» (F. Dalla Vecchia). In questo senso si spiega il dialogo così serrato tra Giosuè e gli anziani delle tribù, quando il primo sembrerebbe quasi voler dissuadere i secondi, ponendo diverse obiezioni. Finalmente, il popolo risponde «Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!» (Giosuè 24,24), entrando così, con una scelta libera, dopo quella del Sinai, in un’ulteriore alleanza col Dio.
Nelle parole di Gesù che si trovano solo nel racconto di Giovanni e che sono riportate nella pagina del Vangelo di questa domenica, si sentono gli stessi toni. Gesù lascia liberi i suoi discepoli, e al termine di un difficile discorso sul pane, tenuto nella sinagoga di Cafarnao, vedendo che molti di essi non lo seguono più e lo criticano, chiede ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?» (6,67).
Romano Guardini commenta quest’episodio a partire dal dramma di Giuda, e arriva a pensare che la sua fiducia in Gesù cominciò a crollare proprio a Cafarnao e forse fu allora che la fede nel cuore di Giuda si spense. Il teologo arriva poi a una affermazione sferzante: «Il fatto che poi Giuda non se ne sia andato, ma sia rimasto, come uno dei “Dodici”, fu l’inizio del tradimento» (da Il Signore).
Invece, la risposta di Pietro a Cafarnao è come quella delle tribù a Sichem, è una risposta di fede: «Signore, da chi andremo?». Pietro rimane, e anche se cadrà rinnegando Gesù, riprenderà poi a seguirlo, nella vera libertà.


21 luglio 2022

 
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