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martedì 14 gennaio 2025
 

Domenica 5 marzo 2023 - II di Quaresima - Domenica della Samaritana

In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia si sofferma sul brano della samaritana, sull’incontro tra Gesù e questa donna che porterà a far nascere la fede in lei e non solo. L’evangelista è molto preciso sul riferimento temporale in cui avviene l’incontro: «Era circa mezzogiorno». Il momento più caldo della giornata e, sicuramente, non il più indicato per recarsi presso un pozzo a prendere l’acqua; tutto questo ci fa intuire che la donna non voleva incontrare nessuno e dal dialogo col Signore capiamo che la sua “sfortuna” nelle relazioni affettive può essere il motivo. Il giudizio altrui pesava sulla sua condizione, ella ne sentiva il peso ed evitava di essere sotto lo sguardo di chi la guardava con disprezzo.

Forse nella nostra vita abbiamo anche noi delle fragilità o delle ferite che ci bruciano al punto tale da allontanarci dagli altri o da Dio. Possono essere cadute o tratti della nostra persona con i quali facciamo fatica a fare i conti, che siamo riusciti col tempo a riconoscere, ma continuano a pesare quotidianamente sul nostro cammino. Gesù non è spaventato da tutto questo, anzi è proprio Lui a rivolgere per primo la parola alla donna. «Dammi da bere». Lo chiede a colei che appartiene a un popolo diverso dal suo, a colei che cerca di nascondersi da occhi indiscreti. Il Signore non è scandalizzato né allontanato da ciò che appesantisce la nostra vita, dai tratti della nostra persona che fatichiamo a integrare; si fa prossimo e ci invita alla relazione con Lui.

Nel dialogo con la donna, Gesù con delicatezza e rispetto, fa in modo che lei espliciti la sua situazione, che viene da Lui accolta. C’è una sete al centro del dialogo tra i due, una sete che non ha a che fare con quella fisica: è una sete più profonda e vera, nascosta dentro ogni uomo. Quella sete di amore che dà senso al nostro cammino e che solo Dio può esaurire in pienezza. Quando prendiamo coscienza di essere oggetto del Suo amore, ecco che siamo educati ad amare secondo il Suo esempio, ecco che le nostre relazioni affettive sono trasfigurate perché plasmate secondo il Suo stile. È la sete di questo amore che cerchiamo costantemente di saziare, che ci illudiamo di poter colmare con surrogati dell’amore, ma che non bastano mai ed ecco che accumuliamo, insoddisfatti, esperienze su esperienze, alla ricerca di un pozzo che non si esaurisca.

L’incontro vissuto dalla samaritana è talmente d’impatto su di lei che torna in città, dimenticandosi l’anfora presso il pozzo. La necessità di testimoniare chi ha incontrato mette in secondo piano il motivo originario della sua uscita. Quando facciamo reale esperienza dell’incontro con Dio, la nostra vita cambia, c’è un prima e un dopo. Non si può restare indifferenti al Suo amore per noi; se lo accogliamo, nasce il desiderio di annunciarlo a chi ci sta attorno.

In questo tempo forte della Quaresima, possiamo lasciarci incontrare dal Signore per smettere di avere costantemente sete, per scoprirci colmati e alimentati dal Suo amore, per accordare il nostro modo di amare al Suo, permettere a Lui di trasformarlo e farlo crescere.

 


02 marzo 2023

 
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