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venerdì 31 marzo 2023
 

Domenica di Pentecoste (Anno C) 5 giugno 2022

Amante, Amato, Amore

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto»

Giovanni 14,23.26

 

Il giorno di Pentecoste, collocato 50 giorni dopo la Pasqua, è una grande festa nella Gerusalemme dei tempi di Gesù: in essa si celebra la consegna della Legge sul Sinai. È la festa dell’Alleanza,stretta da Dio con Adamo, con Noè, con Abramo e suggellata con la rivelazione fatta a Mosè nel tempo dell’Esodo dall’Egitto. Per questo nella città santa sono presenti «Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il Cielo» (I Lettura). A Pentecoste, nella pienezza dei tempi, Dio rinnova la sua Alleanza con la Chiesa nascente, alla presenza degli apostoli riuniti «nello stesso luogo», «perseveranti nella preghiera con le donne e con Maria, la Madre del Signore» (Atti 1,14), che non a caso, nel sabato che precede la solennità di oggi, la Famiglia Paolina, di cui Famiglia Cristiana è espressione e che fa dell’apostolato il centro della sua missione, venera come “Regina degli Apostoli”, celebrandone la memoria liturgica. Si festeggiava, dunque, nell’antica Pentecoste l’antica Legge, suggello dell’antica Alleanza; si festeggia ora, nella nuova Pentecoste e nella pienezza della Rivelazione, la nuova Legge dell’Amore, che Gesù ha messo a fondamento della Nuova Alleanza nel suo Sangue, e che si esprime nell’effusione dello Spirito Santo, Dio, Amore che vive in eterno con l’Amante (il Padre) e l’Amato (il Figlio). Questo grande giorno, che chiude il tempo di Pasqua, inaugura l’epoca della Chiesa, il tempo dello Spirito, quello della testimonianza, dell’annuncio, della salvezza, in cui noi viviamo e siamo chiamati a operare: chiave di lettura della solennità che celebriamo è proprio l’Amore che viene dell’alto, effuso nello Spirito che vivifica e rinnova la faccia della Terra (Salmo 103, responsorio). È lo Spirito, Amore, che tiene uniti gli apostoli, fortifica la Chiesa e consente che tutti siano una cosa sola, a immagine di Dio Trinità, come era nel progetto originario del Padre (Genesi 1,26) e come vuole Gesù (Giovanni 17,21). Solo lo Spirito può far sì che l’umanità, pur differenziata per idiomi, abitudini, culture, possa parlare e comprendere lo stesso linguaggio, quello dell’unica fede che scaturisce dal comandamento dell’Amore, come è sperimentato dalle etnie presenti a Gerusalemme nella prima Pentecoste.

DIO OPERA IN NOI Tutte le letture tornano sull’Amore che unifica, avvicina a Dio e dà vita: Paolo scrive ai Romani (II Lettura) e chiarisce che, se Cristo è veramente in noi, agiremo non secondo la carne ma secondo lo Spirito, che è vita: saremo figli ed eredi della salvezza; il Vangelo insiste sull’insegnamento di Gesù già proposto nella VI Domenica di Pasqua, che ha il suo centro nell’Amore che viene dall’alto: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Se fossimo tentati di pensare che non è possibile a noi realizzare l’amore, qui e ora, su questa terra martoriata dal male, che siamo destinati a soffrire le conseguenze del peccato e della morte, Gesù ci conferma oggi nella certezza che dà la fede: il Padre e il Figlio sono in noi e operano attraverso noi nello Spirito, che il Padre ci ha inviato nel nome di Cristo, che ci insegna ogni cosa e ci ricorda che la Parola di Gesù non passa e che Egli, per sempre, ha vinto il mondo.

 

 


02 giugno 2022

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