Giovanni 3,7-15 - Martedì della II Settimana di Pasqua (18 aprile 2023)

«Come può accadere questo?». Dietro questa umanissima domanda di Nicodemo in realtà ci sono le nostre umanissime domande davanti a ciò che ci propone l’esperienza cristiana. Quante volte ci sembra di aver compreso il Vangelo ma poi tornando a casa, tornando alla vita di tutti i giorni ci domandiamo “ma come si riesce a mettere in pratica una simile cosa?”. L’errore che facciamo è duplice: da una parte siamo tentati di accontentarci di ragionamenti e spiegazioni che in realtà non trovano mai una ricaduta concreta nella nostra vita, e così ci ubriachiamo di discorsi, ma la nostra vita reale prosegue come se non fosse in nessun modo toccata dalla potenza del Vangelo; il secondo errore è quello di pensare che tutto dipenda da noi.

In realtà il Signore, che ci chiede cose così radicali, ci dona anche lo Spirito per poterle mettere in pratica. Non siamo soli quando vogliamo vivere concretamente il Vangelo. Gesù ci dona appositamente lo Spirito Santo affinchè riusciamo a mettere in pratica ciò che abbiamo intuito con la testa e il cuore. Ma la Grazia di Dio non è magia. Essa agisce cosi come agisce un buon allenatore: ci prepara, ci sprona, ci incoraggia, ci corregge, ma non gioca le partite al posto nostro.

Eppure quando si fa tesoro del Suo consiglio ecco che lo Spirito sprigiona in noi cose insperate. Paradossalmente è quello che vuole fare anche il male: anch’egli si mette a istruirci, ma ci accorgiamo che è lui perché scoraggia, rallenta, giudica, fa sentire sbagliati.

La vita spirituale è assecondare lo Spirito e disobbedire al male. È così che il Vangelo diventa vita.

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