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mercoledì 06 novembre 2024
 

Si può amare solo se si è liberi

Mc 16,9-15 - Sabato fra l'Ottava di Pasqua (6 aprile 2024) - 

La pagina del Vangelo di Marco che ci racconta dell’apparizione del Risorto non fa fare ai discepoli una bella figura. Essi infatti reagiscono con l’incredulità all’annuncio della resurrezione fatto prima da parte di Maria di Magdala e poi da parte dei discepoli di Emmaus. Dovremmo quasi dire che i peggiori parrocchiani della Chiesa nascente sono proprio loro: “Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato”.

Sembra che Marco voglia dirci che la prima a doversi convertire deve essere proprio la Chiesa, infatti senza una vera conversione alla Pasqua la Chiesa rimane solo una delle tante ONG che cercano di fare del bene con motivazioni più o meno religiose, o una proloco dispensatrice di processioni e riti sacri. Ma la Chiesa non è nata per questo, ma per annunciare fino agli estremi confini delle terra la Buona novella del Vangelo: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura».

E questa buona novella consiste nel fatto straordinario che siamo stati amati da Dio fino al punto che Suo Figlio si è sacrificato per amore nostro affinché ciascuno di noi potesse avere tutta la libertà di poter scegliere di essere felici o di non esserlo. Infatti si può amare solo se si è liberi. Ma se si è liberi lo si è anche perché ci si può sottrarre all’amore. Paradiso e inferno sono la radicalizzazione di questa nostra scelta. Non siamo condannati al Paradiso, e nemmeno all’inferno. Cristo è morto affinché ciascuno di noi possa scegliere cosa farne della propria vita, del proprio dolore, dei propri talenti, delle proprie gioia, e di tutto quanto è consegnato nelle nostre mani.

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05 aprile 2024

 
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