Egregio direttore, come cittadini italiani attenti a quanto sta accadendo nel nostro Paese, intendiamo manifestare la nostra profonda indignazione per la caduta di un governo che stava affrontando con serietà, autorevolezza e concretezza la situazione estremamente critica in cui si trova l’Italia. Il logoramento ricercato da tempo e la sfiducia, esplicita o anche solo insinuata, di alcuni partiti hanno reso un pessimo servizio all’Italia. Per evidenti ragioni elettorali di parte sono stati sacrificati gli interessi di molti italiani, che già stavano male e staranno per questa scelta molto peggio a breve. Si è agito come se non ci fossero l’inflazione, la siccità, la guerra, il debito, le crisi aziendali. Si sono screditate le istituzioni, chiamate a funzionare e far funzionare lo Stato, non a bloccarsi in scaramucce tra fazioni in cerca di visibilità elettorale. Si è persino messa in discussione l’indispensabile collocazione europeista dell’Italia. La nostra riprovazione va alle forze politiche che hanno causato con pretesti e astuzie questo esito negativo e i cui disegni ci guarderemo bene di assecondare. Ci auguriamo che i tanti italiani indignati come noi sappiano scegliere ciò che giova al Paese e non ciò che lo illude. MARINA DEL FABBRO E ALTRI 67 CITTADINI DI TRIESTE
Caro direttore, tra meno di due mesi torneremo a votare. E lo faremo ancora da orfani. Orfani di un partito, un movimento, una forza politica di spessore, che abbia una chiara ispirazione cattolica: un partito nel quale, per esempio, si possano coniugare il diritto alla vita con lo ius scholae, l’accoglienza dello straniero con la battaglia alla legalizzazione di ogni tipo di droga, i diritti della famiglia naturale con il rispetto di ogni diversità. FILIPPO E TIZIANA DI CUFFA
Due tra le tante lettere pervenute in redazione sul tema della crisi politica aperta in Italia lo scorso 21 luglio. Un piccolo segno che la politica appassiona ancora e, soprattutto, un appello a tutti a non disinteressarsi della campagna elettorale e a supera- re la tentazione del qualunquismo. Sul partito cattolico che non esiste (e non esisterà più) occorre prenderne atto con realismo. Ogni politico che si richiama ai valori della dottrina sociale della Chiesa deve agire in coscienza cercando alleanze che di volta in volta convergano verso di essi. Nel momento, poi, in cui si stanno formando le alleanze e i programmi, notiamo purtroppo che, mentre sono partiti i primi attacchi personali dei leader giusto per “scaldare l’ambiente”, è cominciata anche la ridda di slogan elettorali, utili soprattutto a solleticare la pancia dell’elettorato.
Aspettiamo tutti al varco con proposte credibili e realistiche, che tengano innanzitutto conto del nostro enorme debito pubblico, che nel 2021 ha toccato quota 150,4 punti del Pil (una volta e mezzo quanto produciamo in un anno), esploso dopo la sospensione temporanea delle ferree norme europee sul bilancio a causa della pandemia. Non si può proseguire indefinitamente sulla strada dello scostamento di bilancio, pena caricare un ulteriore fardello già pesantissimo sulle prossime generazioni (quindi niente promesse vacue e irrealizzabili). E poi i temi che stanno a cuore a tutti: il PNRR, che vincola l’Italia al rispetto di una precisa tabella di marcia (le riforme su cui per anni si è tergiversato), senza rispettare la quale non riceveremo le ulteriori tran ches; la politica estera e di difesa, in un passaggio decisivo della storia (atlantismo; difesa comune europea); crisi energetica e come affrontarla (rilancio dell’economia green e contenimento dei costi); equilibrio nella redistribuzione del reddito secondo principi di equità sociale