«Bella domenica ci regala il nuovo anno, bella giornata». Il Papa saluta la folla di piazza San Pietro e parla della luce e del buoio, della pace, della difficoltà di seguire Gesù, e del fatto che «gli uomini hanno preferito le tenebre». Cita il Vangelo di Giovanni per dire che «chi fa il male odia la luce e odia la pace». Papa Francesco ricorda che «abbiamo iniziato da pochi giorni il nuovo anno nel nome della Madre di Dio, celebrando la Giornata Mondiale della Pace sul tema “Non più schiavi, ma fratelli”. Il mio auspicio è che si superi lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. Questo sfruttamento è una piaga sociale che mortifica i rapporti interpersonali e impedisce una vita di comunione improntata a rispetto, giustizia e carità».
Il Papa insiste, ripetendo la frase due volte, che «ogni uomo e ogni popolo hanno fame e sete di pace». E quindi «è necessario e urgente costruire la pace! La pace non è soltanto assenza di guerra, ma una condizione generale nella quale la persona umana è in armonia con se stessa, in armonia con la natura e in armonia con gli altri. Questa è la pace. Tuttavia, far tacere le armi e spegnere i focolai di guerra rimane la condizione inevitabile per dare inizio ad un cammino che porta al raggiungimento della pace nei suoi differenti aspetti. Penso ai conflitti che insanguinano ancora troppe regioni del Pianeta, alle tensioni nelle famiglie e nelle comunità, ma in quante famiglie, in quante comunità anche parrocchiali c'è la guerra. Come pure ai contrasti accesi nelle nostre città e nei nostri paesi tra gruppi di diversa estrazione culturale, etnica e religiosa. Dobbiamo convincerci, nonostante ogni contraria apparenza, che la concordia è sempre possibile, ad ogni livello e in ogni situazione».
Papa Francesco ricorda che «non c’è futuro senza propositi e progetti di pace! Non c'è futuro senza pace. Dio, nell’Antico Testamento faceva una promessa. Isaia diceva: "Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra". Bello. La pace è annunciata, come dono speciale di Dio, nella nascita del Redentore: "Pace in terra agli uomini che Dio ama". Tale dono richiede di essere implorato incessantemente nella preghiera. Ricordiamoci qui in piazza quel cartello: "alla radice della pace c'è la preghiera", deve essere implorato questo dono e deve essere accolto ogni giorno con impegno, nelle situazioni in cui ci troviamo. Agli albori di un nuovo anno, tutti noi siamo chiamati a riaccendere nel cuore un impulso di speranza, che deve tradursi in concrete opere di pace. Ma tu non vai bene con questo, fai la pace, nella tua comunità fai la pace, nella tua famiglia fai la pace, opere di conciliazione, di fraternità. Ognuno di noi può compiere gesti di fraternità nei confronti del prossimo, specialmente di coloro che sono provati da tensioni familiari o da dissidi di vario genere. Questi piccoli gesti hanno tanto valore: possono essere semi che danno speranza, possono aprire strade e prospettive di pace».