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domenica 25 maggio 2025
 

Se oggi piange la buona stampa in parrocchia. Che fine ha fatto?

Gentile don Stefano, faccio riferimento alla lettera del signor Volpato apparsa sul numero 8 di FC in cui lamenta l’assenza di distribuzione delle riviste nella sua parrocchia. Io sono il responsabile della vendita da parecchio tempo e ho constatato il sempre minor numero di fedeli che acquistano assiduamente le riviste. Quando iniziai la collaborazione dovevamo imbustare parecchi giornali. Oggi, eccetto tre abbonati in parrocchia, non ci viene più richiesto il servizio e, soprattutto, le vendite sono calate notevolmente (si acquistano solo 6-7 copie domenicali). Per ora con i due miei collaboratori non ci scoraggiamo e d’accordo con il parroco continueremo. Il corriere, poi, mi ha informato che in alcune parrocchie per mancanza di addetti alla buona stampa hanno dovuto cessare la vendita.

GIANPAOLO TICCHIATI - SAN DONATO MILANESE (MILANO)

Caro Gianpaolo, innanzitutto grazie per il tuo prezioso servizio alla “buona stampa”, un apostolato che il beato Alberione, fondatore dei Paolini (gli editori di Famiglia Cristiana), considerava una vera opera di misericordia spirituale. Hai ragione: in tante parrocchie la vendita di quotidiani e settimanali, che un tempo erano considerati risorse preziose per la formazione cristiana dei fedeli, oggi non ricopre più un ruolo così importante.

La motivazione che spesso adducono i parroci è l’assenza di persone che gestiscano la distribuzione di riviste e giornali cartacei e la possibilità di acquistarli nelle edicole, che però in molte stanno chiudendo, segno della crisi del settore dell’informazione cartacea. Frutto dell’evoluzione dei tempi, che sta mettendo in ginocchio l’informazione tradizionale.

Eppure si parla di “società dell’informazione”, in cui è sempre più la comunicazione il nuovo grande business che sta superando l’industria tradizionale e i servizi. L’infotainment (una via di mezzo tra intrattenimento e informazione) è in crescita esponenziale grazie al proliferare delle piattaforme multicanale. Tanto che esiste una lotta senza quartiere per procacciarsi clienti e followers (cioè le persone che seguono un canale su un social). N

ella Babele culturale in cui viviamo, nell’enorme tavola imbandita di contenuti facilmente però si incorre in notizie false (le famose fake news). Sempre più occorre capacità di discernimento su come e dove investire in termini di tempo e di denaro per ottenere un’informazione adeguata al criterio dell’attendibilità e non tendenziosità. Come? Sapendo che, se la troviamo gratis (nel Web soprattutto), qualcun altro la paga per noi. E se lo fa ha i suoi interessi. I valori cristiani, che sono la lente attraverso cui leggere la realtà, propria di FC e della stampa cattolica, sono garanzia di contenuti conformi, nella complessità di oggi, a criteri di verità e alla speranza fondata sulla Pasqua appena celebrata. Se riusciamo ad andare avanti, caro Gianpaolo, è anche grazie a persone come te.


24 aprile 2025

 
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