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venerdì 29 settembre 2023
 

V domenica del Tempo Ordinario (anno A) - 5 febbraio 2023

Gustare e vedere la bontà del Signore
 
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte. Matteo 5,13-14
 
Proseguiamo la lettura del Discorso della montagna: oggi il Signore punta l’attenzione sui sensi del gusto e della vista, e dice che noi, suoi discepoli, siamo «il sale della terra e la luce del mondo». È una chiamata forte: chi incontra Gesù assapora il vero senso della vita ed è capace di renderlo comprensibile senza troppe parole, con la sua vita, che diventa un esempio pregno di Verità e si colloca «come un lampada, sopra il candelabro, così da far luce». Il sale, in tutte le culture antiche, è fondamentale per la vita quotidiana: preserva dalla corruzione, purifica (cfr. Ezechiele 16,4; 2Re 2,19-22), cura e guarisce le ferite, dà sapore ai cibi e consente di conservarli più a lungo. Senza di esso tutto diventa insipido; tuttavia ne serve davvero poco, altrimenti rovina tutto, aspetto che ne motiva l’ambiguità, sicché esso significa anche devastazione e distruzione (Giudici 9,45; Sofonia 2,9). Perché svolga la sua funzione è necessario che quasi non si veda, che si sciolga, si consumi e si perda: è dunque un simbolo bellissimo del credente, che dà sapore al mondo. È come «il chicco di grano» che, morendo, «produce molto frutto» (Giovanni 12,24). Nell’Antico Testamento il sale, alla luce di tutti questi valori, è il segno dell’adesione del popolo di Israele all’alleanza che Dio ha voluto stabilire con lui (Levitico 2,13: «Ogni tua offerta di oblazione la salerai con il sale e non farai mancare il sale del patto del tuo Dio nella tua oblazione; in ogni tua offerta offrirai sale»; cfr. pure Numeri 18,19 e 2Cronache 13,5, dove l’alleanza inviolabile con Dio è definita letteralmente “alleanza di sale”). In tutte le culture, con risvolti anche linguistici, il sale è sinonimo di sapienza (cfr. Colossesi 4,6) e questa nella Bibbia è dono di Dio, scintilla dell’eterno nel tempo. San Paolo, in 1Corinzi (II lettura), dichiara che la vera Sapienza è il Figlio: «Ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso», «perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana ma sulla potenza di Dio». Da queste parole dell’apostolo comincia ad emergere come il Maestro, oggi, ci inviti sostanzialmente a conformarci a Lui; l’altra immagine che Egli usa per definirci, quella della luce, dice di noi, discepoli, ciò che altrove nei Vangeli il Signore dice di sé stesso: «Io sono la luce del mondo. Chi segue Me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,12).
 
 
SIAMO LUCE
Gesù ci chiede di essere come Lui, di portare Lui, «perché gli uomini vedano le nostre opere buone e rendano gloria al Padre nostro che è nei cieli». L’azione che compiamo nel mondo conduce a Dio: «Il giusto risplende come luce», esulta il Salmo 111 (Responsorio). Esso indica poi concretamente, insieme alla I lettura (Isaia 58), come si manifesti questa luce: misericordia, pietà e giustizia caratterizzano il discepolo del Signore; questi «dona largamente ai poveri», «divide il pane con l’affamato», «introduce in casa i miseri, senza tetto», «veste uno che vede nudo, senza trascurare i suoi. Allora la sua luce sorge come l’aurora». La fede non è fatta di idee o parole, ma di un incontro che ci rinnova nel profondo, ci fa vedere Cristo in ogni fratello e ci fa agire come Lui.


02 febbraio 2023

 
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