In questa parte dell’anno liturgico, il riferimento che la Scrittura ci suggerisce è il martirio di san Giovanni Battista e, attraverso di lui, il tema della testimonianza cristiana che la sua vicenda ci ricorda. In particolare questa domenica, che precede la festa del martirio di san Giovanni, è una sorta di preparazione al giorno anniversario del 29 agosto. Il primo passo di avvicinamento, la liturgia ce lo suggerisce attraverso il racconto del martirio di centinaia di famiglie del popolo ebraico, tratto dal primo libro dei Maccabei. Questo episodio fa riferimento all’epoca del re Antioco IV Epifane, il quale impose al popolo di Israele di abbandonare la fede dei padri per abbracciare usi e costumi ellenistici; molti però, per sottrarsi all’editto del re, fuggirono nel deserto per poter continuare ad osservare la Legge di Mosè. La strage avvenne di sabato, giorno sacro per gli ebrei i quali, davanti all’assalto del nemico, rinunciarono a difendersi per non profanare il sabato: «Quelli si lanciarono contro di loro in battaglia di sabato, ed essi morirono con le mogli e i gli e il loro bestiame, in numero di circa mille persone». Il secondo spunto ci viene oerto invece dalla Lettera agli Efesini, il passo in cui san Paolo utilizza la metafora della battaglia e invita i cristiani di Efeso a indossare l’armatura di Dio, «per poter resistere alle insidie del diavolo». La vita cristiana infatti ci pone molto spesso nella condizione di dover combattere, certo non nel signicato bellico del termine ma in senso spirituale. San Paolo così si esprime: «State saldi, dunque: attorno ai anchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Aerrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito». L’apostolo dunque, attingendo alla propria esperienza, esorta i cristiani di ieri e di oggi a resistere nella battaglia della fede. Inne il Vangelo ci ricorda uno dei tanti episodi in cui Gesù si è trovato a doversi scontrare con i suoi avversari, in particolare farisei ed erodiani inviati a loro volta dagli gli scribi e dagli anziani, per metterlo in dicoltà sulla necessità di pagare o meno il tributo a Cesare. Dunque anche nella vita di Gesù troviamo momenti in cui la “lotta” non è stata solo col Maligno, come accadde nel deserto all’inizio del suo ministero pubblico, ma anche con persone in carne e ossa, non certo ben intenzionate nei suoi confronti. Anche il Signore Gesù ha combattuto la sua battaglia no alla ne, nella passione e nella morte in croce. Se pensiamo dunque a Giovanni Battista, in un certo senso è stato precursore anche attraverso il suo martirio, cioè attraverso la testimonianza al Signore Gesù, con il dono della sua vita. «Martire», nella lingua greca, signica infatti testimone, ma il primo e unico testimone del Padre è il Signore Gesù; Giovanni Battista e tutti noi, in tanti modi diversi, lo siamo a imitazione del Signore, con lui e come lui