Sulla via con Dio nella terra dei vivi [...] Pietro prese in disparte Gesù e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»
Marco 8,32-33
La Chiesa pone il tempo dell’uomo sotto la protezione della Madonna, Madre, Maestra e Regina degli Apostoli: così sono segnati da feste mariane l’inizio dell’anno civile (1° gennaio), l’avvio del Tempo ordinario dopo la parentesi quaresimale e pasquale (lunedì dopo Pentecoste), la pienezza della primavera e dell’autunno (mesi di maggio e ottobre), la parentesi estiva (15 agosto), il cuore dell’Avvento (8 dicembre).
Anche in questo mese di settembre, alla ripresa delle attività ordinarie, tre giornate sono dedicate a Maria: la sua natività, 8 settembre; il suo nome, 12 settembre; la ricorrenza dell’Addolorata, oggi 15 settembre. Guardiamo a lei in questo periodo di ripartenza! Ella ha saputo fare entrare il Signore nel tempo feriale, nella quotidianità feconda che è il kairòs, cioè il tempo opportuno, di ciascuno: in esso, e non in eventi straordinari, si fa carne, ogni giorno, la salvezza. Maria ha lasciato che Dio fosse presente “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, come Sposo amante; ha sempre confermato la fede in Lui, in qualunque conditra zione della sua vita (all’annuncio dell’Angelo; a Cana; durante la sequela; nei giorni della croce; nel tempo della risurrezione, della Gloria e della missione); dal principio ne ha lodato la grandezza, la predilezione per gli ultimi, la capacità di «guardare all’umiltà dei suoi servi» (Magnificat, Luca 1,46-55) e di salvare dall’oppressione: Egli è l’Onnipotente, l’Uno e Trino, il Padre buono, il Figlio Salvatore, lo Spirito che dà la Vita. Solo alla scuola di Maria possiamo imparare a seguire il Signore, «lungo la strada» dell’esistenza, fino alla Croce.
Il tema del quotidiano «camminare » con Dio (Salmo 114, Responsorio) ci viene offerto con ricchezza nella liturgia di oggi: Isaia (I Lettura) descrive la forza che il Signore dà ai suoi eletti, i quali, pur tra le prove, possono, in nome della chiamata ricevuta, essere perseveranti nelle persecuzioni, conservare la fede, custodire la certezza potente che Egli vince e «rende giustizia»; chi gli è amico «non resta confuso»!
San Giacomo (II Lettura) mostra che la vera fede è feconda, si esprime nelle opere, trasforma i contesti in cui viviamo, è una forza capace di stravolgere l’esistente; chi la possiede illumina le tenebre del mondo, combatte il male e non gli si arrende. La fede è un dono che cambia la storia e accompagna come luce gli uomini sulle strade della terra; nel Vangelo (Marco 8,27-35), «lungo la via», Gesù interroga i Dodici: «Voi chi dite che io sia?». È Pietro, custode della fede di tutti, roccia su cui il Signore ha fondato la Chiesa, a rispondere per tutti: «Tu sei il Cristo!». Così una professione di fede apre la seconda sezione del Vangelo di Marco, come aveva aperto la prima (Marco 1,1: «Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio») e aprirà la terza («Osanna! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore», Marco 11,9): dal dono della fede nel Battesimo muove ogni sequela, chiamata, missione, martirio e dono di sé per la salvezza del mondo.
Non siamo certo esenti dalle cadute e dai dubbi: immediatamente dopo questo momento di luce Gesù annunzia la sua passione, morte e risurrezione, e deve rimproverare proprio Pietro, perché «pensa secondo gli uomini, e non secondo Dio». Tutti possiamo essere tentati di evitare la sofferenza e il dolore, via arcana di bene; è per questo che a ciascuno, alla «folla insieme ai discepoli », Gesù addita la «croce» come via per seguirlo, per «salvare la propria vita» proprio offrendola per la Vita, «per causa sua e del Vangelo ». Buona domenica!