Fra Fabio Scarsato, 49 anni, bresciano, è il nuovo direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, la diffusissima rivista curata dai frati Minori conventuali di Padova. Il cambio alla guida del mensile è di questi giorni e il numero d’ottobre della rivista porta già la firma di Scarsato, che subentra a padre Ugo Sartorio che la dirigeva dal 2006.
   Frate minore conventuale dal 1986, fra Fabio, ha ottenuto la specializzazione in Spiritualità francescana nel 1992 presso la Pontifica facoltà dell’Antonianum, e si è occupato a lungo di  disagio giovanile. Già  direttore del “Messaggero dei ragazzi”, è docente di spiritualità all’Istituto teologico S. Antonio a Padova.  “E’ possibile parlare di Gesù a tutti in modo non dogmatico? E’ una bella scommessa che credo si possa vincere. Ed è con questo spirito che assumo  l’incarico”, esordisce il neo-direttore. “D’altra parte  questa è sempre stata la linea editoriale del giornale che ha nel suo Dna il linguaggio popolare capace di portare a tutti la Bella Notizia”. 
   “Da sempre il Messaggero affrontare ogni tipo di notizia e di argomento, anche i più scabrosi, senza timori, ma  cristianamente. Un po’ come fa Famiglia Cristiana. Ed è quello che vorrei continuare a fare”, continua. “Forse con una peculiarità che deriva dalla mia formazione di spiritualista e di operatore nel mondo della pastorale degli ultimi: cercherò di aiutare ancor di più i lettori a trovare  cibo per la propria fame spirituale, sforzandomi di dare risposte  ai giovani, alle famiglie, quelle vere, con tutti i problemi di relazione che si portano dentro, non quelle finte della pubblicità”.   
   Scarsato ha, infine, sottolineato la professionalità della redazione: “Non si resta nel mondo dell’editoria  se non si hanno qualità. Molti giornali hanno chiuso, noi invece abbiamo creato tra i lettori una piccola ‘appartenenza’ e di questi tempi è un vero miracolo”. Il Messaggero di S. Antonio esce dal 1898. Conta 520 mila abbonati  per l’edizione nazionale e circa un milione e mezzo di lettori stimati in Italia. Sette sono le edizioni: oltre a quella italiana,  ce n’è una per i nostri connazionali all’estero, e poi una inglese, una francese, una tedesca, una rumena e una polacca, diffuse in 148 Paesi nel mondo.