Dio ricorda tutti, anche coloro che sembrano dimenticati dalla storia. È il pensiero centrale del Papa all'Angelus nel giorno in cui la Chiesa commemora i fedeli defunti.

«Nella memoria viva di Gesù, persino chi nessuno ricorda, anche chi la storia sembra avere cancellato, appare nella sua infinita dignità», ha sottolineato Leone. I cristiani hanno «la speranza che nessuno andrà perduto». Proprio per questo il Papa annuncia che nel pomeriggio celebra la Messa al Cimitero del Verano (qui è possibile seguire la diretta): «Personalmente», ha detto, «pregherò sulle tombe dei miei cari ma pregherò anche per i morti che nessuno ricorda. Il nostro Padre Celeste ci conosce e ci ama, uno per uno, e non dimentica nessuno».

Dalla finestra del Palazzo Apostolico, nella catechesi prima della preghiera mariana, il Papa si rivolge ai numerosi fedeli presenti in Piazza San Pietro, auspicando che «la visita al cimitero, in cui il silenzio interrompe la frenesia del fare, sia dunque per tutti noi un invito alla memoria e all’attesa. Non siamo chiusi nel passato, nelle lacrime della nostalgia. Nemmeno siamo sigillati nel presente, come in un sepolcro. La voce familiare di Gesù ci raggiunga, e raggiunga tutti, perché è la sola che viene dal futuro. Ci chiama per nome, ci prepara un posto, ci libera dal senso di impotenza con cui rischiamo di rinunciare alla vita».

Un dolore, però, quello del distacco, che per un cattolico è solo temporaneo, nella consapevolezza del ritorno alla vita. «Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà», dice il Papa citando le parole del Credo. Una prospettiva, la sconfitta della morte, che in questi giorni di inizio novembre «illumina il destino di ognuno di noi», prosegue il Pontefice, ricordando quanto affermato da Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. È chiaro», sottolinea Leone, «il centro delle preoccupazioni di Dio: che nessuno sia perso per sempre, che ciascuno abbia il suo posto e brilli nella sua unicità».

Il Papa spiega il nesso profondo che unisce la Solennità di tutti i Santi, celebrata il 1° novembre e che è una «comunione delle differenze che allarga la vita di Dio a tutte le figlie e i figli che hanno desiderato farne parte», ma anche il desiderio «inscritto nel cuore di ogni essere umano», che invoca «riconoscimento, attenzione e gioia». Con la Commemorazione di tutti i fedeli defunti il mistero, spiega, è «ancora più vicino» perché «la preoccupazione di Dio di non perdere nessuno, infatti, la conosciamo dall’interno ogni volta che la morte sembra farci perdere per sempre una voce, un volto, un mondo intero. Ogni persona, infatti, è un mondo intero».

Quella del 2 novembre, rimarca Papa Leone, «è una giornata che sfida la memoria umana, così preziosa e così fragile». Senza memoria della vita, morte e risurrezione di Gesù, continua, «l’immenso tesoro di ogni vita è esposto alla dimenticanza». Nella memoria viva di Gesù, invece, appare nella sua «infinita dignità» persino chi non viene ricordato da nessuno e anche «chi la storia sembra avere cancellato». Ancora una volta, la pietra scartata diviene pietra angolare: «Ecco l’annuncio pasquale», il motivo per cui «i cristiani ricordano da sempre i defunti in ogni Eucaristia, e fino ad oggi chiedono che i loro cari siano menzionati nella preghiera eucaristica. Da quell’annuncio sorge la speranza che nessuno andrà perduto».

Al termine della preghiera mariana il Papa ha denunciato la «tragica» situazione in Sudan: «Con grande dolore seguo le tragiche notizie che giungono dal Sudan», in particolare dal «martoriato Darfur settentrionale. Violenze indiscriminate contro donne e bambini, attacchi ai civili inermi, e gravi ostacoli all'azione umanitaria stanno causando sofferenze inaccettabili a una popolazione già stremata da lunghi mesi di conflitto. Preghiamo affinché il Signore accolga i defunti, sostenga i sofferenti e tocchi i cuori dei responsabili. Rinnovo un accorato appello alle parti coinvolte», ha proseguito, «per un cessate il fuoco e l'apertura urgente di corridoi umanitari. Invito, infine, la comunità internazionale a intervenire con decisione e generosità per offrire assistenza e sostenere quanti si prodigano nel portare soccorso».

Il Papa ha pregato anche per la Tanzania, «dove dopo le recenti elezioni politiche sono scoppiati scontri con numerose vittime. Invito tutti a evitare ogni forma di violenza e a percorrere la via del dialogo», il suo appello.